sabato 26 settembre 2009

El Dindondero 10 - Questione di Euro

Sono seduto su un divanetto in un locale. Sono seduto e ascolto Milf e El Dindondero chiacchierare di cazzate.
D'improvviso si impalano tutti e due sull'attenti, le loro teste che lentamente si muovono da destra verso sinistra. Seguono il bersaglio, la solita gnocca intuisco.
Dindondero - Milf ma hai visto che patatona?
Milf - La vedrei pure senza occhi. La conosco bene tra l'altro
Dindondero - Maddaiiii. Io c'ho parlato una volta, solo a sentire la voce mi sono ritrovato tutto bello barzotto. Ma secondo me però quella non la dà facile
Milf - Beh dipende...
Dindondero - E no non mi dire cazzo. Te la sei portata a letto? Secondo me è una che ti chiede i soldi
Milf - Ma quali soldi. C'ho provato, c'è stata. A letto non è nemmeno un granchè. Certo è un capolavoro d'arte a vederla. Comunque tutto gratis
Dindondero - Cazzo, a me l'altra volta mi ha chiesto 350 euro più le tasse...

A volte fa tenerezza.
A qualcuno serve un Nano Dindondero da salotto?

giovedì 24 settembre 2009

On The Road 19 - Ancora sui Semafori Neurosenzienti

Tempo fa raccontavo di una gita dei tempi delle scuole a Iesolo, dove chiedemmo un passaggio a uno che, convinto che i semafori locali fossero "intelligenti", non rallentava mai agli incroci.
- Tanto diventano verdi - diceva.
E a me sembrava però che fossero sempre drammaticamente rossi. Tuttalpiù, con un po' di culo, gialli.

Probabilmente ora il tizio corre all'autodromo del Campo-Santo, ma non è questa la cosa che mi interessava dire.

Il fatto è che a Kuala Lumpur ci sono sul serio. Sensori a terra, arrivi e putupumpumpum da rossi diventano verdi. Ho ancora il dubbio che i sensori siano in realtà una bufala e che ci sia un omino nascosto da qualche parte che preme i bottoni.
Lo scoverò, un giorno.

Semafori rossi fritti tendenti al verde alla fermata del treno.

mercoledì 23 settembre 2009

Vojo fa' Outing 10 - Partire

Partire mi rende nervoso.
O per meglio dire isterico. Si può tranquillamente affermare che il giorno prima di una partenza per me equivale all'anticiclone delle femminucce.
Non so come spiegarlo.
Sono nervoso? Mi girano i coglioni? Strapperei le orecchie a morsi al primo che mi rivolge la parola? Ecco, qualcosa del genere.
Mi assalgono le paranoie. Ho messo tutto in valigia? Ho abbastanza mutande? Ho abbastanza calzini? Ho abbastanza limoni per quando mi prende lo squaquaraus? (no, non li mangio i limoni...)

Ma soprattutto e comunque a me manca lei.

La canzone di seguito è di nuovo dei Sum41. Ascoltata in una puntata della prima serie di Gossip Girl, di cui volevo parlare stasera se solo non avessi dovuto preparare la valigia. E io sono lento.

martedì 22 settembre 2009

Interludio 11 - Puzzle

Fare puzzle è un po' come vivere.

Mettere pezzo dopo pezzo, istante dopo istante.
Cercando di riprodurre un'immagine che qualcuno, forse noi stessi, ci ha dipinto addosso.
Sperando che nel frattempo qualche tassello non sia andato perso. O magari, chissà, che non fosse già mancante dall'inizio.
Provando qualche volta a cambiare l'ordine delle cose, a incastrare parti che sono anni luce distanti tra di loro.
Rendendosi conto, alla fine, che l'immagine che stiamo osservando, lì al centro di una qualche parete, non ci piace per niente.
Proprio per niente.

martedì 15 settembre 2009

Quaranta Ladroni senza Babà 4 - E anche senza Muffin

La foto là in alto l'ha fatta mia moglie, Damla.
Aveva deciso di provare il forno con un po' di dolcetti fatti in casa.
Ha preparato il tutto e via a cuocere.
I muffin sono cresciuti cresciuti cresciuti e lei se ne è innamorata e ha deciso di fargli giustamente qualche scatto.
In preda al buonumore le è poi preso uno stimolo alla vescica ed è partita alla volta del bagno per fare plin-plin.
Ora, io sono sempre convinto che nelle case si nascondano almeno tre o quattro dei settenani. Stronzolo, Puzzolo, Bombolo e a volte Cutolo. L'ultimo è pericolosissimo e, lo sanno tutti, golosissimo.
Damla ha passato circa tre minuti alla toilette per poi tornare in cucina a rimirar la sua creazione. Ha guardato e, puff, ha trovato i muffin completamente carbonizzati. C'è rimasta male, cavolo.
Ora mi rivolgo a te, Cutolo. Passi mangiarsi i muffin appena appena sfornati. Lo capisco, sul serio. Ma la cattiveria di sostituirli con quelli bruciati?
Questa è roba da faide.
Ho ucciso quattordici nani da giardino.

lunedì 14 settembre 2009

On The Road 17 bis - Punti

Avete presente quando si viaggia con la macchina, specialmente in autostrada che dev'essere che i gestori delle pompe di benzina li addestrano appositamente, avete presente insomma che vi si spiaccicano sul parabrezza tutta una serie di moscerini?

Ecco io sono arrivato in ufficio e sul parabrezza del macinino mi sono ritrovato i resti di tre mamme, con tanto di tacco a spillo ghepardato, e quelli di una mezza dozzina di piccoli marines di varie taglie e dimensioni.

1358 punti ho fatto.

domenica 13 settembre 2009

On The Road 17 - Merda Riapron le Scuole

Ero deciso a scrivere qualcosa di un certo tipo. Poi mi sono messo a fare due chiacchiere con una vecchia compagna di scuola, il che mi ha procurato quel leggerissimo brivido nostalgico dei tempi andati.
Ho ripensato ai diari, agli amici dei banchi della fila centrale della F, alle scritte nei bagni e alle "punte" a Porta Pia. Mi è persino ritornato in mente Tonino Carosone, il cui pezzo laggiù in fondo al post è un qualcosa che non voglio più rischiare di dimenticare.
Alle 23.59 ho pensato che era quasi lunedì. E che le scuole domani riaprono.
E allora il brivido nostalgico si è trasformato in orrore allo stato puro. Orrore liscio senza ghiaccio, cazzo.
I diari, i compagni di banco, i bagni, il Bersagliere a Porta Pia, tutto si è trasformato in mamme al volante di macchine con a bordo pargoletti da mollare a scuola, in mamme che parcheggiano in quintupla fila, scendono con i loro tacchi vertiginosi e, mollando il mezzo in mezzo ai coglioni, accompagnano i loro fiorellini all'interno delle mura scolastiche. Domani il traffico sarà putiferioso, Toyota IQ con portelloni che si aprono e da cui scendono quattordici marines, di mezzo metro di altezza, con tanto di grembiule.
Mamme isteriche. Bambini isterici. Toyota IQ isteriche.
Io, isterico.

Sì perchè io ho visto cose che voi umani...cose che pure voi umani avete visto e quindi anche voi sapete cosa ci attende.
Io mi preparo coniando nuovi insulti da lanciare a squarciagola con il finestrino abbassato.

sabato 12 settembre 2009

Pubblicità 2 - Ikea

Ho avuto la bella pensata di andare da Ikea. Ci si va per mangiare di solito, credo. Non so se vendono altro, so solo che dopo un po' cominci a chiedere perdono dei tuoi peccati cercando un'uscita, che credo esista solo dopo che hai stazionato lì per 180 minuti. Al 181° si materializza una porta e sei fuori. E piangi di felicità.

E insomma ero lì in fila per mangiare, che pareva che dessero il cibo gratis per quanta gente c'era, e invece ti vedo questo simpatico cartello qua


















Sparecchiando elimino la voce di costo di un impiegato. Mi sembra un concetto davvero carino. Ovviamente mantenendo inalterati i guadagni svedesi. Tra l'altro, se sparecchio io, dice che mi servono anche più in fretta. Forse mi sfugge la logica nordeuropea in tutto questo.

Ma vaffanculo va. Almeno coi soldi che risparmiate assumete qualcuno che vi migliori la comunicazione, Sacripante. Dimenticavo, spendete anche quattro lire per mettere gli accenti che qualita non si può proprio vedere..

TV & Cinema 9 - Kahramanlar 2 (a.k.a. Heroes 2)

Ho attaccato con la seconda serie di Heroes.
Non so. Per esempio all'inizio quando parte con "nelle puntate precedenti", nella prima serie c'era una voce fuori campo spettacolare. E la voce conta, ne sa qualcosa Ridley Scott e la sua versione originale "muta" di Blade Runner.
Ora invece c'è solo il riassunto di quello che è successo in precedenza. E ho storto un po' il naso.
Il tutto condito da una storia che perde un po' colpi.
Insomma da un voto di 8.5 di Heroes I qua si scende a un 5.5 per le prime due puntate di Heroes II.

A volte mi chiedo perchè non si fermano alla prima serie chiusa bene punto e basta.

Comunque non disperiamo, magari migliora.

venerdì 11 settembre 2009

Femminilmente 6 - Cose rotonde

Da quando siamo rientrati in ufficio dopo le vacanze, ogni tanto si sente uno di noi maschiacci dire Cuccuruccuccù, ma a quella lì le son cresciute le tette no? oppure Ullallallerollà ma non vi pare che la ciccina laggiù si sia fatta ritoccare le poppe?

Il saggio dice che verosimilmente abbiam tutti le palle un po' troppo piene.

giovedì 10 settembre 2009

Femminilmente 5 - Tatuaggi

Ossignur! Stavo per iniziare a scrivere quando su Raiuno hanno attaccato a parlare del Tajikistan. Il che mi ha fatto ripensare a Raimondo lo sventrapapere. Parlano del Buskashi, gioco tipo il polo, con una carcassa di capra decapitata al posto della palla. Se le danno di santa ragione per quanto ne ho capito, si impara sempre qualcosa di nuovo.

Comunque in realtà volevo dire che stamattina a Roma è piovuto e, come sempre nell'era moderna, l'asfalto ha cominciato a fare la schiuma. Credo che sotto terra sia pieno di lavatrici ma non ce lo dicono, lo tengono nascosto per qualche motivo. Probabilmente c'è anche una puntata di X-Files sull'argomento, ma ora mi sfugge in quale stagione fosse. Il Magnotta l'aveva capito che non bisognava accattarsele le lavatrici.

Appena uscito di casa ho svoltato a destra per dirigermi al bar a prendere il solito cornetto e caffè (il cappuccino no che poi devo tornare indietro in preda allo squaquarellaus). A metà marciapiede ho incrociato la ragazza dalle mutandine verde acqua. Le ho sorriso sotto il pizzetto e ho attaccato bottone in maniera direi fluida.
Io - Sacripante, non mi ricordavo che avessi un tatuaggio sul braccio destro. E' enorme, bellissimo. Complimenti davvero!
Lei inviperita - Veramente sono caduta col motorino...uno stronzo mi ha tagliato la strada.
Io senza più chance - Sappi però che ti dona, è di un bel nero marronato.
Lei verde, ma di rabbia, in faccia - Ma vaffanculo va.

Mi ha mollato lì senza indugio. La cosa positiva è che volevo invitarla per un caffè. Positiva perchè non avevo una lira e avrei fatto una figuraccia...non tutte le grezze vengon per nuocere, no eh?

mercoledì 9 settembre 2009

Interludio 10 - Collettivo Voci

Siccome sono un leone ergo sum egocentricum, vi dico che sono molto orgoglione di esser finito a leggere un pezzo di Scritto in Grassetto.
"Io mi fermo qui" datato 12 agosto se non sbaglio, magari visto il periodo qualcuno se l'era perso.
Comunque, a parte il fatto che il SIG non si sa dove sia finito, potete ascoltare il tutto su Collettivo Voci.

Quaranta Ladroni senza Babà 4 - Amarcord

Io la mattina in macchina se metto un cd, di solito vado in fissa con un pezzo solo e lo sento ininterrottamente finchè non arrivo in ufficio.
Stamattina era una versione del Giudice di De Andrè.
Il che mi ha fatto pensare a un amico dei tempi andati, quando si giocava a calciotto. Anselmo, che coi suoi 151 centimetri giocava punta centrale. E noi sviluppavamo tutto il nostro gioco sulle fasce per poi mettere palla al centro coi dei cross magistrali. Segnavamo solo su autogol, come l'Italia di Lippi.
Anselmo, quando poi si arrivava allo spogliatoio, non sfoderava mica un pisello lì sotto le docce. No. Per niente. Lui liberava un'alabarda spaziale, porca di quella zozza.

Poi scendendo dalla macchina mi è preso il momento di amarcord. E ve lo riporto qua sotto.
In a Lifetime. Mi ricorda un sacco di cose. Rubo il video da utube.

martedì 8 settembre 2009

Tecniche di Seduzione 1 - El Palestrero SIM

Inauguriamo una nuova rubrica. Non sarebbe male se partecipaste anche voi mandando consigli e idee da condividere con la comunità.

State uscendo dalla palestra (ora si chiama centro fitness ma insomma non sottilizziamo), avete davanti una tipa vestita tutta di arancione con un didietro che ha l'effetto di una canna da pesca sul vostro pesciolino rosa. Come agganciarla?
Presto detto. Ad alta voce scandite le parole "Sia lodato il Signore! Che chiappa soda". Ora, se la tipa si gira, anche se minacciosa, avete già vinto.
Assumete una faccia tra il sorpreso l'imbarazzato e il maldestro (in breve detto SIM). Poi guardatela, sempre con il trittico SIM, e parlate di nuovo dicendo "Non l'ho detto vero? Cioè, l'ho solamente pensato no? Non era la mia voce quella, giusto?". Sorridete SIM.
Assolutamente non mostrate il vostro essere sicuri di sè, con quell'incipit sul suo didietro sarebbe la fine.

Ora continuate a incalzarla parlando. Del tipo che devi farti perdonare. E che però insomma la chiappa soda ce l'ha veramente.
Al momento dello scatto del suo sorriso partite con un invito per un birrino riconciliante. Se la cosa va, di fronte alla birra dichiarate di essere un sassofonista.
"Adoro il suono del sax" dice lei.
"Se ti va ti suono qualcosa che ho il sax in macchina".
Quando arrivate alla macchina dichiarate che ve l'hanno fregato e mostratevi tristi.

Di lì in poi dovreste facilmente trovare la strada che porta lei a suonare il vostro sax e voi a raggiungere l'orgasmo nella sua cavità orale.
Buone cose.

P.S. Se siete troppo belli lasciate perdere perchè la tecnica non funziona.

lunedì 7 settembre 2009

Quaranta Ladroni senza Babà 3 - Pretty Woman



In TV stanno passando Pretty Woman e i miei all'urlo di "non fanno niente di meglio" si sono piazzati in poltrona a guardarlo.
Chiaro che il film è una roba piuttosto leggera, la storia è carina. Insomma, la trama la conoscete penso tutti. Una specie di Cenerentola all'americana.
E però a un certo punto lei dice una frase niente male che non ricordavo.

E cioè che di solito crediamo molto di più alle cattiverie che ci dicono piuttosto che ai complimenti e alle cose belle.

E or ora mi è anche venuto in mente che un paio di amiche mie dell'epoca avevano la fissa, scimmiottando Vivian, di non baciare in bocca i fidanzati. Per dimostrare forse a sè stesse di non essere innamorate.
In realtà credo avessero capito di essere delle zoccole.

Vojo fa' outing 9 - Clara e Beatriz


Sì stavolta ho messo il play automatico e mi manderete a quel paese, almeno fino a domani. Però lo GnaGnaGna iniziale è troppo bello e poi sta canzone mi mette allegro. Oltretutto mi ha ricordato di una mia vecchia storia passata. Se vi scassa troppe le balle potete sempre mettere il player in pausa...

L'estate del mio ventesimo compleanno conobbi Clara, capelli castani occhi da cerbiatto e un sorriso che ti spiazzava lasciandoti senza barriere. Una storia estiva breve e intensa. Alla fine rimanemmo in contatto e a luglio dell'anno seguente mi invitò a casa sua a Barcellona. O meglio dovrei dire a casa "loro", visto che Clara viveva insieme alla sua fidanzata, Beatriz.
In realtà mi aveva già avvertito della cosa e, sebbene io sio di vedute decisamente larghe, quando varcai la soglia e le vidi, nell'ingresso, mano nella mano mi assalì una sensazione decisamente strana. Era stata la relazione con me a far cambiare i gusti sessuali di Clara? E soprattutto come faceva Beatriz a essere così gnocca? Voglio dire, già solo il nome pronunciato con la zeta dolce ancora oggi mi permette di poggiare il mento senza usare le mani, aggiungeteci poi una carnagione scura, i capelli lunghi ricci e nerissimi, due occhi azzurri e potete capire come mai mi presentai chiedendole quale fosse la strada per Palos.

Mi fecero divertire parecchio riempiendomi di tapas, locali underground e odore di mare. Tempo fa ci sono tornato ritrovando però una Barcellona diversa, da mercato globale insomma. Sta di fatto che, come dicevo, mi fecero divertire anche quando la notte, inconsapevoli, le spiavo inebetito dal buco della serratura sognando un hot dog con il sottoscritto nella parte del wurstel e loro due a interpretare le fette di pane.

Le giornate le passavamo invece ognuno per conto suo. Mentre Clara seguiva lezioni all'Università fino a metà pomeriggio, Beatriz, che era iscritta alle Belle Arti, se ne restava a casa a dipingere. Io ne approfittavo per girarmi la città in solitudine e, come amo fare, rigorosamente a piedi.

Un venerdì, ancora mi ricordo il giorno con esattezza, faceva un caldo africano, di quelli in cui ti vesti solamente per cercare di coprire i laghi di sudore che ti si formano addosso. Mi alzai tardi e mentre mi preparavo la colazione decisi che non era umano cercare di uscire. Riempii due tazze di nescafè, una per me e l'altra per Beatriz che come al solito era in piedi di fronte a una tela. Clara aveva lezione fino a tardo pomeriggio e ci eravamo dati appuntamento a Placa Reial.

Beatriz aveva appena terminato la sua ultima opera e mostrandomela mi chiese cosa ne pensassi. Era una vista visionaria di uno scorcio di Barcellona e guardandola le sparai la mia opinione con onestà, e cioè che trovavo quel dipinto fantastico. Poi mi sorprese.
Beatriz - Mi faresti da modello?
Io - No scusa ma mi hai guardato bene? Dì la verità, che pasticche ti sei presa ieri sera?
Beatriz - Dai, mi devo esercitare nel ritrarre il corpo umano.
Io - Okkappa. Dimmi in che posa mi vuoi, basta che non mi fai faticare troppo.
Beatriz - Ehm, a dir la verità mi serviresti nudo.

Non ebbe il tempo di finire la frase che ero già steso di fronte a lei e vestito solamente del mio sudore. Per due ore e mezzo rimasi a farle da natura morta, parlammo e ridemmo parecchio finchè il mio stomaco cominciò a ribellarsi al suo padrone.
Io - Cazzo com'è stancante essere costretti a rimanere in posa. Non credevo.
Beatriz - Un sacrificio per l'arte, potrai raccontarlo da vecchio.
Io - Ho una fame pazzesca.
Beatriz - Anche io.
Lo disse guardandomi. Ma non in faccia. Feci l'unica cosa possibile in quel momento: mi precipitai in aiuto della donzella affamata e ci rotolammo in terra uno sull'altro.
Mi ricordo un'esperienza sensoriale, più che sessuale. Mi ricordo la sensazione di lei sotto la mia pelle. Mi ricordo dell'aria che mi bruciava i polmoni. Mi ricordo di lunghi momenti con gli occhi miei e suoi incollati. Mi ricordo di lei che perdeva il controllo mentre raggiungeva l'orgasmo. Mi ricordo le parolacce, poesia tra le sue labbra devo dire, mentre mi muovevo dietro di lei.
E mi ricordo il rumore della chiave e il pensiero che non potesse essere Clara, che era troppo presto.
E mi ricordo Clara che entrando ci trovò così, incastrati, proprio nel momento in cui Beatriz mi urlava di chiamarla zoccola.

Fu la prima volta in cui qualcuno mi tirò volontariamente dei piatti addosso nel tentativo di colpirmi. Fui costretto a fuggire alla velocità della luce, raccattando ciò che potevo da quella casa mentre Clara cercava di addrizzare la mira e Beatriz rideva di riso isterico.
Mi ritrovai in strada senza scarpe, con un calzino in mano, i pantaloni indossati senza mutande e la t-shirt rancida della notte precedente.
Non riuscii a recuperare nient'altro di mio.

Nel tempo Clara mi ha perdonato. E ha perdonato anche Beatriz.
Stanno ancora insieme.

sabato 5 settembre 2009

Interludio 9 - Soffocare



Respirare. Respirare sempre.
Per strada quando comincia a piovere e dall'asfalto un misto di polvere e merda ti assale le narici e si aggrappa ai polmoni.
Respirare. Respirare sempre.
Quando ti sei spaccato la schiena e al momento della verità, così sul più bello, tutto scivola via e vorresti tapparti il naso e dormire, solo dormire.
Respirare. Respirare sempre.
Quando il giorno del tuo compleanno non hai niente, assolutamente niente da festeggiare e in apnea vorresti che fosse già domani.
Respirare. Respirare sempre.

E non perchè questo aiuti, no. Ma per respirare ognuno di quei momenti fino all'ultimo.
Per poi, quando arriva il vento, sorridere e sentire l'aria. Pulita. Molto più pulita.

venerdì 4 settembre 2009

Premi 3: Uno, Due, Tre...Centocinquanta!

Eh già. Così quasi per caso. Siamo a 150 minchiate con cui cerco di invadervi quotidianamente la vita. E quindi mi premio da solo tirandomi manate e palate sulle spalle.

Prima ero in giro a festeggiare questo evento in ufficio e ho incontrato la Pinta. Va detto che la Pinta è arrivata in ufficio in inverno. Con l'arrivo dell'estate ha ricevuto in dono un nuovo soprannome. La BussaPrimaConLeTette. BPCLT.
Abbiamo parlato del più e del meno. Lei ha parlato del più, io del meno visto che avevo il cervello intento a convincere gli occhi a non guardare al di sotto del suo collo.

Si è definita una monogama smaliziata.
Della serie se incontro il tipo che dico io allora faccio sembrare Cicciolina una verginella da collegio.
Così si fa. Mille punti guadagnati sul mio personalissimo taccuino.

giovedì 3 settembre 2009

Teknikamente 10 - Toilette coi Neuroni

Ieri sono andato alla Virgin a cercare di perdere un paio di micro-etti.
Prima della lezione di Aquagym con le vecchiette, decido di svuotarmi la vescica che non si sa mai e soprattutto non è bello farlo in acqua. Anche perchè magari c'è il reagente e ti scappa e non la reggi e la fai e poi ti appare tutto intorno un freccione con la scritta "lo stronzo che ha pisciato in acqua è questo qui".
I "pisciainpiedi" sono in manutenzione e allora uso la normale toilette. Entro guardo verso l'alto sorridendo mentre comincio a liberarmi poi mi cade l'occhio sul messaggio che ho di fronte.
"Questa toilette è igienizzata automaticamente a ogni utenza".

Continuando a pisciare osservo quello che mi circonda. Sono un tecnico-inside e cerco di capire a cosa esattamente si riferisca quanto ho appena letto. Vedo lo sciacquone della Geberit quello con due pulsanti uno per tanta acqua (leggi cacca) e uno per poca acqua (leggi pipì). Assolutamente e senza ombra di dubbio un dispositivo manuale. Cerco di trovare almeno una specie di fotocellula del tipo appena ti muovi scateno ondate di acqua per pulire il cesso. Non trovo nulla.
Non c'è assolutamente nulla di automatico.

Sento un vociare dietro, che la toilette in questione è l'unica in funzione. Ho ancora il pisello fuori dal costume, mi giro e sorrido sconsolato al tipo che aspetta dopo di me.
Lui mi pianta lo sguardo sul basso ventre con una O grande stampata sulle labbra. Realizzo che sto leggermente gocciolando urina sul pavimento.

Mi riprendo allargo il sorriso e lo rassicuro - Tranquillo amico, il cesso è igienizzato automaticamente dopo ogni utenza.
Qualunque cosa questo voglia dire.

mercoledì 2 settembre 2009

Riflexio 14 - Culi

Già dal titolo di questo post si capisce che è assolutamente falsa e tendenziosa la convinzione che io parli solo di tette.
Detto questo, stamattina ero in macchina e una verità incontrovertibile mi è esplosa tra la prima e la seconda vertebra della mia scatola cranica.
Riflettevo sul fatto che noi uomini ci si diverta a parlare di cacche e loffe. Che ci piaccia descrivere il momento in cui ci si libera del fardello cioccolatoso. Che proviamo addirittura piacere nell'espellere questo corpo estraneo. In sostanza che ricaviamo un certo godimento nell'avere questo qualcosa ficcato su per il posteriore.
E allora diciamolo apertamente, senza paure, noi uomini siamo tutti omosessuali. Non negate che tanto è inutile. Non c'è uno stitico felice al mondo. Nemmeno uno. Siamo omosessuali punto.

Arrivato al parcheggio sono sceso dal macinino avviandomi ai tornelli e ho incontrato El Dindondero.
L'ho guardato e gli ho detto - Ti Amo Dindondè. Con le maiuscole proprio così.
Anche Io. Da Sempre, Ma Non Sapevo Come Dirtelo - mi ha risposto. Con le maiuscole proprio così.
Opporco porco porcocazzo.

Teknikamente 9 - Addio Vecchie Lampadine

Alle 19.30 sono già a casa, bello uscire dall'ufficio nel primo pomeriggio. Mia madre mi citifona e mi fa - Pusher dai vieni giù a darmi una mano che sono piena di roba. Cazzo anche mia madre ora ha attaccato a chiamarmi Pusher. Ci sta che un giorno ci si faccia uno spinello insieme.
Scendo e torniamo su carichi come muli. Dopodichè le faccio - Ohi Ma, tutta sta roba come la mettiamo nel frigo? E lei mi brucia - Pensi sempre a mangiare, non c'è mica cibo là dentro. Ho comprato un sacco di lampadine. Ho fatto una bella scorta, ci andiamo avanti almeno almeno dieci anni.

E io allora perplesso - Sì ma...perchè?

Lei mi rimira come il finto padre che guarda Ratman, ma invece di gridare "cacca!" mi spiega con chiarezza e nasino all'insù che ha letto sul giornale che da domani non si produrranno più lampadine a incandescenza.
E quindi? - le chiedo io ancora a bocca aperta.
E lei chiude, dopo avermi chiarito che le droghe mi stanno rincoglionendo, spiegandomi che domani nei negozi non venderanno più lampadine, ma solo candele e lampade a batteria.
Sono stata previdente insomma - mi fa, lasciandomi con la bava alla bocca.

martedì 1 settembre 2009

Teknikamente 8 - Dovevo fare l'agricoltore

L'ho sempre pensato. Le mie sono due braccia rubate all'agricoltura.
L'ho sempre pensato. Ma ultimamente ho avuto un paio di conferme che non lasciano dubbi.

Punto primo, letteralmente adoro un gioco da tavola che si chiama Agricola, in cui dovete sviluppare una fattoria e con essa la vostra famigliola di agricoltori. Durante i quattordici turni di gioco andrete in competizione con i vostri avversari cercando di riprodurvi, di migliorare la casa dove vivete, di piantare grano e ortaggi, di costruire stalle e recinti per gli animali provando a far riprodurre le vostre pecore i vostri maiali e i vostri bovini. Il gioco è uscito anche in italiano e nella sua versione base è anche abbastanza facile da imparare (e se le vostre braccia sono state rubate come le mie il tutto vi verrà molto naturale). Insomma io ve lo consiglio.

Punto secondo, tutte le sere ci do dentro nel tentativo di sviluppare il mio merdoso quadratino di terra in Farmville, uno di quei giochino del cazzo che girano su FacciaLibro. La mia adorata mogliettina ha un appezzamento spettacolare: recinti per animali colorati, coltivazioni che dipingono opere d'arte sul terreno. Io ho una mono-coltura di peperoncini che la notte quando il personaggio va in bagno riesco a sentirne le urla anche se ho già spento il computer.

Insomma credo di aver sbagliato strada nella vita.

Ora poi sto guardando una pianta che sta sul terrazzo di casa dei miei. In realtà vedo solo l'ombra di quella che credo essere, di giorno, una pianta grassa.
Ora però se la guardate con me in questo momento, ecco giratevi con me, osservandola bene di fronte, ecco, non vi pare un faccione con i capelli dritti in testa e due belle orecchie a sventola?
E ora, se vi voltate di scatto ancora insieme a me, e la osservate di profilo non vi sembra anche un faccione aggressivo coi capelloni sempre dritti in testa e un bel nasone?
E di nuovo ora, se vi voltate per l'ennesima volta (non fate gli stronzi che è al massimo la terza...) sì ma non verso il terrazzo cazzo stavolta ruotate la testa dall'altra parte, ecco esattamente, verso sinistra. C'è un telefono. Nero.

Ecco, afferratelo e chiamate la neuro.

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