mercoledì 23 gennaio 2008

Sangue e Merda e Non Va Mica Bene

Okay ci sono. Più o meno sono vivo. Cioè insomma respiro mangio urino con una certa normalità. Ho ancora i capelli e la cosa mi sorprende. Soprattutto perché l’esperto in pelate che consultai ai bei tempi – avevo tipo ventidue anni e i capelli fino al culo – mi gelò il sangue sentenziando che mi sarebbe caduto tutto, probabilmente anche il pisello, prima di raggiungere i trenta. Fottiti.

Sono vivo dicevo e mi conforta la profonda convinzione che la Turchia mi ama dal profondo.
L’ho capito subito appena salito sull’aereo che mi avrebbe riportato da queste parti. La simpatica hostess, zoccola che non sei altro, mi aveva riservato un posto da re. Di quelli centrali. Con alla sinistra una specie di armadio Ikea montato male e con una panza degna di uno Spaghetti Western. E alla destra una cariatide in fin di vita che sputazzava bacilli anche da sotto le ascelle. Non contento della simpatica sistemazione logistica il Dio di qualcuno non certo il mio ha fatto sì che ballassimo la rumba per circa venti minuti prima dell’atterraggio. Ma cazzo, possibile che gli aeroporti li costruiscono sempre nei posti più sfigati e meno adatti a svolgere la loro funzione? Qui hanno pensato bene di metterlo in un bel vallone dove a) o c’è la nebbia che i milanesi se la sognano o b) c’è un vento che sconsiglia l’uso di qualsiasi parrucchino o c) ti ritrovi con una metrata di neve mentre in città vanno in giro coi bermuda oppure ancora d) si concretizzano i casi a, b e c tutti insieme. In compenso un aeroporto di merda come Malpensa siamo riusciti a costruirlo solamente noi. Ha i colori che si usavano negli ospedali anni settanta, probabilmente materiale di riciclo. Fateci caso e poi mi dite.

Tornando a noi, anzi a me per la precisione, ammetto candidamente che la prima settimana qua mi sono letteralmente smontato pezzo per pezzo tipo Playmobil. Probabilmente l’odio per il mio lavoro e la nausea che mi provoca hanno fatto sì che il mio fisico preferisse alzare bandiera bianca.

Ha cominciato con simpatico mal di testa e pesantezza di gambe, per continuare con in brevissima sequenza raffreddore di quelli che pensi prima o poi di perdere il naso, tosse catarrosa con espettoramento di pezzi di polmone rigorosamente fumo di Londra, febbre da cavallo con relativo ricorso alle lattine del frigobar da mettere sulla fronte nel tentativo di non avere le solite visioni. Da bambino pare che già a 38 cominciassi a parlare strane lingue. E guardate che non è facile far stare in equilibrio una lattina sulla testa. E poi la ciliegina sulla torta. Un cazzo di mal di denti di quelli che rimani sveglio fino alle 7 del mattino in preda a crisi di pianto e a pensieri autolesionisti del tipo ora me lo strappo via da solo. Di quelli che ti addormenti per quindici minuti e che ti risvegli sperando che il dolore sia dovuto a un energumeno che sta abusando del tuo sacro posteriore. E allora ti rivolgi a un sorridente turk-dentista. Che ti dice – ah sei italiano? – e nel frattempo triplica l’onorario. E alla fine sentenzia che hai un’infezione che ti sta risalendo su per il naso e che se non vuoi che ti arrivi al cervello e te lo bruci hai da toglierti un dente. E giù con antidolorifici e antibiotici. Tanto c’è il Santo che è il nostro farmacista di fiducia.

E poi ti arriva una telefonata che ti fa capire quanto sei stronzo a lamentarti come un ragazzino piagnucoloso. Una telefonata da una di quelle persone che si meritano il tuo perenne rispetto. Una merda di telefonata che ti dice che un collega a cui volevi un bene dell’anima – e come non volergliene? – non c’è più. E ripensi a quando in una calda notte a Mestre ti aveva portato in un baretto di un paio di amici suoi a scroccare una mezza litrata di birra e due fette di cocomero. E a raccontare cazzate in rigoroso dialetto. In veneto loro. In romanaccio noi. Io mi ti ricordo così Zio Pì.

Stasera niente colonna sonora. Mettete voi quello che vi piace di più.

giovedì 10 gennaio 2008

Sangue e Merda e E' Natale!

Colonna sonora: eddaje clicca da qualche parte!

Ma solo io trovo che il Natale sia inverosimilmente triste? Ditemi di no. Fatevi sentire vicini. Beh non troppo e soprattutto niente puzzette che già mi basto da solo.

Voglio dire, rientrare dall’estero sotto il periodo di Santa Klaus è al limite del ricovero in stanza bianca con pareti di gomma. Primo perché ti ritrovi in vacanza e non sai esattamente che significato abbia questo fantastico vocabolo. Consulti il dizionario ma ti rendi conto che qualcuno ha versato proprio sopra quella pagina una mezza litrata di caffè. Secondo perché devi correre come un disperato a comprare i regali. E ti ritrovi in mezzo a una marmellata di stronzi in giro con la macchina. Terzo perché ti si prospetta almeno una tre giorni di abbuffate senza senso al grido di Figghiuzzo Mio Come Ti Sei Deperito e Nipotuzzo Mio Assaggia Ste Olive…So Ascolane. Ma non erano greche? Vabbè soprassediamo.

Quasi quasi hai nostalgia del cliente e del suo inquietante e minaccioso strap-on col quale tutte le mattine ti ricorda che sei in penale da almeno un paio di secoli. Quasi quasi hai nostalgia pure di Jin…oddio no non esageriamo. Che con lui sì che sono Bitter Cats.

Cosa c’è di meglio quindi che frullarsi nel più vicino Centro Commerciale? Che nel caso mio vuol dire Roma, Roma Nord, Raccordo Anulare dalle parti di Bufalotta. Alle Porte di Roma. Con le lacrime agli occhi imbocchi l’ingresso verso il parcheggio armato di santa santissima pazienza. Superate le sbarre e dopo circa sei chilometri di curvoni finalmente capisci come arrivare al posteggio sotterraneo. Con gradita sorpresa. E non scherzo. Sono stato mezz’ora estasiato a guardare le lucine verdi e rosse che ti indicano quali posti sono pieni e quali vuoti. Altri quindici minuti a fare avanti e indietro col mio possente mezzo per verificare che la luce effettivamente cambiasse di colore. Premio Nobel cazzo. Peccato che la cosa distrae parecchio. E non ti rendi conto che i numeri sulle colonne non servono per giocare alla battaglia navale. E che questa leggerissima disattenzione ti costerà l’attesa fino a mezzanotte nella speranza di ritrovare l’automezzo bastardo una volta che anche il custode se ne sarà andato a casa. Ho visto qualche genio infatti andarci col camper (giuro!) pensando così di non perderselo e pretendendo di riuscire a farlo entrare da qualche parte. Su per il culo no eh?

Dopo sedici rampe di scale a volte mobili e con uno sbalzo climatico di sessanta gradi centigradi ti ritrovi nella caciara più clamorosa. Mamme con neonati di due giorni a passeggio. Eh già, non vogliamo mica rischiare che il piccolo rimanga sano…Padri con carrozzelle corazzate. Adolescenti brufolosi con skateboard. Adolescenti brufolose con monopattino. Che fantastico acquisto quella corda di acciaio che ho lasciato legata e tesa a altezza collo su al secondo piano. Che gratificanti schizzi di sangue.

Ovviamente di regali decenti nemmeno l’ombra se si eccettua il Nabacoso, coniglio wifi parlante (ce l'ha lei!). Potenzialmente inutile ma è un must. A proposito, ma dove cazzo sta l’I-Phone? Ditemi che era terminato…no eh? Possibile che non si riesca a comprare un oggetto che non sarà gettato o riciclato immediatamente da chi lo riceve? Fortuna che, mentre lanciavo lo skateboard di uno dei decapitati sotto i piedini di tre nonnette a spasso, ho buttato un occhio sulla mia ancora di salvezza. Una libreria. Le nonnine per inciso le hanno ritrovate dentro uno dei cessi in esposizione da Ikea. A mia discolpa va detto che non volevo ammazzarle, ma solo farle divertire un po’. Credo siano schiattate ringraziandomi per quel momento così esaltante.
Dicevo della libreria. O almeno così c’era scritto di fuori, salvo che la commessa alla mia domanda dove cazzo avete nascosto i libri? ha risposto Scusi quali libri? Mica ci avrà preso per un posto dove vendiamo robaccia così inutile no? Non fosse mai. Prosit. E vaffanculo.

E ti ritrovi a pensare che dopotutto fra tre giorni ti sveglierai e Babbo Natale ti avrà lasciato un sacco di roba sotto l’albero (cazzo sono riuscito a ficcarci un futuro anteriore…o posteriore non l’ho mai ben capito). Come dite? Come sarebbe a dire che sono grande e grosso e credo ancora a Babbo Natale? Non scherziamo cazzo. Le favole sono l’ultima cosa che ci è rimasta.

Non c’è nessun motivo per essere così crudeli. Babbo Natale esiste e basta, altrimenti a che cazzo servirebbero i camini e le relative cappe? Non c’è nessun motivo per fare i bastardi. Non c’è davvero nessun motivo. Ain’t no Reason come dice Brett con la sua voce un po’ dylaniana.

Spero abbiate passate buone feste. Non vorrete farmi credere che non vi siete ritrovati con la sciolta subito dopo Santo Stefano. Dite mai stati meglio? Allora anche voi credete alle favole dopotutto…

martedì 8 gennaio 2008

Sangue e Merda e Il Rimpatrio

Colonna sonora odierna: Closer di Joshua Radin (che RADIN ci sta tutto, non è vero cari colleghi? Mi scusino i non addetti ai lavori…)

Tra un cazzeggio e l’altro arriva sempre il momento del ritorno a casa. Non fosse altro che molti di noi sono arrivati ormai prossimi ai limiti concessi dalle turk-leggi in materia di soggiorno in Anatolia. A me la doganiera ha tirato uno sguardo bovino chiedendomi di trovarle il timbro di ingresso. Con la massima calma, mi ero preparato per bene in albergo, le ho mostrato tronfio quel che cercava (no, non mi riferisco allo stuzzicadenti che vive nelle mie mutande, maligni…). Lei mi ha tirato uno sguardo allarmato, ha cacciato da sotto il bancone un pallottoliere e dopo sei minuti di conta che ti riconta ha deciso che ero ancora in regola. Il che non mi ha assolto però da un’accurata ispezione anale senza lubrificante. Che belle sensazioni. Venite venite, forza venite gente!

Da bravo gregge stile nipponico ci siamo ritrovati tutti in aeroporto. Con Guru in testa armato di ombrellino aziendale a guidare le pecorelle smarrite.
La sorpresa l’abbiamo avuta una volta superati brillantemente, in soli quarantotto minuti, i controlli al metal detector.
Trottola – Ahò regà ma quello nun è Jin?
Santo – Ma dove? Dove?
Trottola – Quello là tutto nudo che se sta a rivestì…Jiiiiiiiin sei tu?
Jin – Ragazzi! Dio come sono felice di rivedervi, vi ho tutti nel cuore, veramente!
Pusher – Minchia guardate quant’è grosso il Duty Freeeeeeeee
Coro – Jin chittesencula!!! Assalto al Duty, carica!

In quaranta minuti di shopping selvaggio il risultato è stato il fondamentale acquisto di dodici pacchi di caramelle, diciotto stecche di sigarette varie, una palla di quelle che le capovolgi e scende la neve con una raffigurazione del Partenone dentro (!), due torce a energia solare (qualcuno mi aiuti a capire…ma le torce non le si usa al buio? Vabbè mi sfugge qualcosa come sempre), quindici litri di liquori vari che non arriveranno mai a destinazione, tre numeri di cellulare di altrettante commesse, un barbagianni imbalsamato, un pastore maremmano vero che Guru si è rotto le palle di farci da guardiano, l’ultima introvabile riproduzione del Tango che tanto amavamo calciare da bambini e otto scopettoni per giocare a curling. Come birillone che si lancia abbiamo invece optato per Jin. E’ stato divertente picchiarlo selvaggiamente. Tra una scopettata e l’altra ci ha spiegato che i suoi rapitori gli hanno concesso il ritorno a casa per le festività natalizie. Gli ha però dovuto lasciare in pegno quanto di più caro ha. Cioè il suo set di dodici perizoma, in particolare quello tigrato testimone di una delle sue poche esperienze sessuali. Al ritorno dovrà presentarsi e riconsegnarsi volontariamente ai suoi carcerieri pena l’incenerimento dei preziosi capi. La cosa toccante è che sembra aver gradito le mazzate profuse dai suoi cari carissimi amici-colleghi.

Comunque dopo un volo in tutta tranquillità durante il quale abbiamo russato tutti senza ritegno, siamo atterrati in quel di Monaco di Baviera. Dove come sempre succede abbiamo incontrato altri dodici gruppi di colleghi trasfertisti provenienti dai paesi più disparati. E’ una specie di rito. In qualunque aeroporto del mondo ci si trova abbiamo sempre la certezza di trovare qualche altro sfigato come noi. Con il quale, manco a dirlo, parlare di argomenti nuovi. C’è bisogno che ve lo dica? Su su, tutti insieme. Gridiamolo al mondo. Sangue e Merda.
O magari Merda e basta.

Immaginatevi questo gruppone di loschi figuri mentre la cinepresa scarrella verso l’alto. Sempre più in alto. Sempre più su. E loro sempre più piccoli e sempre più vicini. Fino a poche ore prima a anni luce di distanza. Ora vicini vicini. Pronti al rimpatrio.

Che romaticone. Riascoltatevi Closer.

mercoledì 2 gennaio 2008

Sangue e Merda e La Seduta Spiritica

Ho deciso di mettere prima i riferimenti musicali. D’ora in poi li piazzo all’inizio. E siete pregati di ascoltare quello che consiglio mentre leggete. Dai su, fatemelo per favore. Perché mi volete bene. Perché mi odiate. Insomma fatelo. Vi voglio bene.

Oggi per la truppa è previsto Morrissey con la sua Oui-ja Board. Mi pare appropriata. E poi gli Smiths e Morrissey mi sono sempre piaciuti.

Noi per Jin ci stiamo dando dentro come matti. Le proviamo tutte. Non ultima anche una seduta spiritica nel tentativo di contattare il suo mito di sempre. John Holmes. Ci configuriamo come al solito al meglio intorno alla Ouija board. Sì lo so, il nome è evocativo. Ma non fatevi abbindolare, fateci caso, non è altro che l’unione di Oui e Ja ossia, visto che siete delle zappe nelle lingue, sì in francese e tedesco. Potevano impegnarsi a inventare qualcosa di meglio per 49.99€, mortacci loro. Comunque Pusher è lo sciamano che pilota la tavoletta e non potrebbe essere altrimenti visto che come sempre è fattissimo e ha le visioni. Guru alla sua destra è El Domandero. Insomma quello che interroga gli spiriti. Ketchup alla sinistra invece è l’artefice degli effetti speciali. Da ubriaco riesce a ruttare ventriloquiando, il che fa molto ambient. E le sue loffe oltre che pestilenziali hanno una consistenza fisica incredibile. Meglio del ghiaccio secco per fare il fumo. Chiudono il giro il Santo, Dis Trottola e Dark L. Il Santo ovviamente nelle parti dell’Esorciccio, a proteggerci dalle presenze negative. E infatti ha subito spedito Dis nell’angolo più lontano della stanza, girato di spalle. Ci manca solo che cominci a litigare con qualche ectoplasma del cazzo. Trottola è il nostro Guerriero della Luce. Potenza fisica allo stato puro. Per l’occasione è addobbato con un elmetto da vichingo con tanto di corna. E con la spada laser di Obi-Wan Kenobi. Dark L funge da Esca. Che se no col ciufolo che Holmes si degna di risponderci. Ovviamente l’abbiamo costretta a presiedere alla seduta in lingerie. Maschi Sciovinisti.

Il luogo non poteva che essere casa di Dark L. Dove praticamente abbiamo oramai la residenza. Ci abbiamo piantato anche una tenda. In salotto. Lei sembra apprezzare la plebe, la prende un po’ come una redenzione per i peccati delle sue vite passate. Sarà. Contenta lei.

Comunque il Pusher è un medium da paura. Il primo contatto è degno di Carramba che sorpresa.
Guru – Noi ti evochiamo O Re del Porno. Dacci un segno se ci sei
Santo – O Signore, questa brucia le narici. Non riesco a respirare!
Ketchup – Oups, sorry. Mi è proprio sfuggita. E’ una delle mie puzzette senza controllo. Tranquilli, trenta secondi e passa tutto
Dark L – Ma è vancida, sei un bastavdo
Pusher Posseduto – Eccomi a voi, mortali. Sono Ugo Tognazzi, niente autografi per favore che ho dimenticato la penna
GuruTognazzi??? Ma sei ancora vivo tu, o no? E scusa ma noi cercavamo John
Pusher Posseduto – No che non sono vivo. Probabilmente hai visto quello smidollato di mio figlio. Io sono quello de “Il Petomane”. Con l’aria che si respira qua non potete certo lamentarvi se mi sono manifestato io
Trottola – Cazzo er mi film preferito!
Guru – Beh visto che si sei a sto punto facciamoci due chiacchiere, tanto per prendere il ritmo
Pusher Posseduto – Visto che il vostro argomento principale è la cacca, allora ve la faccio io una domanda. Avete mai provato a dare fuoco alle scoregge?
Dis – Roba da dilettanti Ugo. Roba vecchia. Da poppanti. Impegnati un po’ di più o la finiamo subito
Trottola – Io na domanda ce l’avrei. Direi che è abbastanza filosofica. Secondo voi è possibile scureggià e ruttà allo stesso tempo? Cioè farlo contemporaneamente. Nello stesso istante.
Guru – Ossia nello stesso nanosecondo. All’unisono insomma. Bel quesito
Pusher Posseduto – Cazzo se siete forti. Qua nell’aldilà è la domanda che va per la maggiore ultimamente. In effetti un parere dei mortali può portare un certo qual contributo
Ketchup – Secondo me non si può fare, è un po’ che ci provo ma niente. Credo dipenda dal fatto che ruttando l’aria sale, scoreggiando scende. Insomma non si riesce a mettere insieme le due cose. Non sono riuscito a scendere sotto al secondo tra una cosa e l’altra.
Dis – Guardate che è proprio impossibile. Intendo dire fisicamente impossibile. Le leggi dell’Universo lo vietano. Si rischia di creare un buco nero che implode su se stesso
Pusher Posseduto – Spiegati meglio che mi sfugge qualcosa
Dis – Voglio dire. Dentro di noi abbiamo dell’aria giusto? Bene. Come dice Ketchup ruttando quest’aria salirebbe. Scoreggiando scenderebbe. Facendo tutte e due le cose insieme si verrebbe a formare un vuoto d’aria impressionante. Una mancanza di materia totale. Il che secondo me produrrebbe un buco nero infinitesimale
Santo – E quindi la persona verrebbe risucchiata dal buco nero che lui stesso ha creato. Il che pone due questioni. Primo che fine farebbe sto tizio? Secondo se è anche è possibile creare questo evento, come minchia si fa a provarlo, anche lo strumento di misura sparirebbe
Pusher Posseduto – Però qua da noi non ci sono anime che ricordano di essere morte in quel modo.
Dark L – Questo non vuol dive niente. Potvebbero non ricordvsene. Magavi avviene tutto tvoppo in fvetta. Oppuve… Oppuve in vealtà il buco nevo ti fa spovstave in un Univevso pavallelo
Pusher Posseduto – Potrebbe essere. Qualche anima sostiene di aver vissuto in due realtà leggermente differenti. Le abbiamo fatte internare. Ma vale la pena indagare in questo senso. Devo parlarne con Buddha
Trottola Buddha? Stai a scherzà vè? Vorresti dì che…
Pusher Posseduto – Lo scoprirete. Non vi rovino la sorpresa
Guru – Ok Ugo. Visto che fai il reticente direi che ti puoi togliere dalle palle che noi abbiamo cose serie di cui discutere con John
Pusher Posseduto – Va bene va bene, ma prima fatemi sentire di nuovo quell’olezzo idilliaco. Qui è tutto così pulito, così bianco
Santo – Daje Ketchup. Pensaci tu. Fallo felice
Ketchup – Se proprio insistete. Dis, dammi una mano a massacrare sto ectoplasma sadomaso
Dis – Volentieri…

Due minuti di coma di gruppo. Poi ci si riprova.

Guru – Bene ciurma. Diamoci sotto di nuovo. John. John Holmes. Noi ti evochiamo. E considera che qua abbiamo una pollastrella seminuda pronta per te. A fine seduta, se fai il bravo, te la leghiamo al tavolo e ti facciamo trastullare per venti minuti
Pusher Posseduto – Ola amigos. Sono io sono io. Dov’è la squinzia?
Guru – Ciccio rinfodera il cannone. Che prima ci devi aiutare a capire dove cazzo hanno portato Jin
Pusher Posseduto – Ma Jin chi?
Trottola – Cazzo nun me dì che nun conosci er Ginecologo, te venera ogni notte prima de annà a dormì!
Pusher Posseduto – Come no! Il Ginecologo. Chiamatelo col suo vero nome cazzo, no? Se in vita avessi avuto metà della sua voglia di gnocca invece che diecimila me ne sarei fatte almeno il doppio. Oh, comunque detto fra noi, secondo me è un po’ finocchio. Sculetta meglio di una velina.
Santo – Uè Rambo guarda che Jin possiamo insultarlo solamente noi. Vedi di farla finita. Hai notizie di dove lo tengono sì o no?
Pusher Posseduto – Assolutamente no. Mica sono il suo angelo custode. Mi fate scopare adesso?
Dark L – Ma vaffanculo, covnuto impotente. Tvottola pev covtesia, pensaci tu
Trottola – Nun vedevo l’ora, mia Ginevra

I due si affrontano in duello. Trottola, con in dotazione la spada laser in una mano e la Katana di Kill Bill nell’altra, e John Holmes che brandisce il batacchio di trenta centimetri coadiuvato dalle sue due bolas modello pallone dei mondiali di calcio. Dopo trenta secondi di studio con affondi e parate è John a tentare il colpo fatale. Evita il fendente di spada laser e si libra a due metri dal suolo per puntare dritto alla gola del Trottola. Che però ha nel suo repertorio un colpo di testa che lo mette allo stesso livello di Van Basten e del suo glorioso gol al Real Madrid. E soprattutto ha dalla sua l’elmo da vichingo. Con le sue due valorose corna. Le bolas infilzate di John mi fanno tornare in mente i valorosi SuperTele e SuperSantos, soprattutto quando si schiantavano sull’immancabile filo spinato. Da piccolo pensavo che il mondo fosse circondato dal filo spinato. Era dappertutto. Comunque il pfffffffffffffffffff emesso dai gemelli di John mi riporta ai tristi tempi dei palloni bucati. E il taglio netto del batacchio, Trottola meglio di Luke Skywalker, mi fa ripensare a mia nonna quando affettava le melanzane per preparare la parmigiana. Mi è venuta pure fame, a voi no?

Dark L – gvazie di cuove tvottolino amoroso
Trottola – Nun c’è de che baby
Pusher – Miiiitico! Ho il pisello di trenta centimetri. Che goduria!
Guru – Push mi rincresce darti la brutta notizia ma l’effetto è passeggero. Presto tornerai ai tuoi usuali nove centimetri di mascolinità
Pusher – Bruuuutto… Vabbè comunque. Mi pare di capire che la seduta è stata totalmente inutile, a parte la disquisizione sui buchi neri. Però mentre ero in trance ho ripensato a Svetlana. Ve la ricordate sì? Svetlana, la zoccola russa a cui abbiamo chiesto di fingersi turca e che abbiamo pagato per farsi una sveltina con Jin. E che ci ha chiesto il doppio della tariffa, puttana infame.
Dis – E quindi?
Pusher – Si dà il caso che Svetlana abbia un fratello. Igor. Uno dei caporioni della mafia russa in Turchia. Oltre che irrecuperabile recchione. Dovremmo cercare in quella direzione. O almeno così la pensa Stalin, col quale ho fatto due chiacchiere mentre voi cazzeggiavate con Ugo.
Guru – Cazzo Stalin! Facciamoci un altro giro con la Oui-Ja che ho voglia di parlare con Ataturk. Vi prego vi prego vi prego…
Pusher – D’accordo d’accordo. Vi concedo un personaggio ciascuno. Ma prima brutti bastardi mi ridate i soldi che ho anticipato per Svetlana. Cazzo, quattrocento pleuri ha voluto
Coro – Bagascia!
Ketchup – Ariiiiiiiingaaaaa!

No. Il rutto all’essenza di aringa in luogo chiuso no. E’ troppo.

Cala il sipario per oggi. Chiamate un’ambulanza. E ditegli di dotarsi di equipaggiamento da guerra batteriologica. Anzi, chiamate direttamente l’esercito.

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