lunedì 24 dicembre 2007

Sangue e Merda e I Soliti Italiani

Che dire? Sono mancato per un po’ di tempo. Problemi di depressione. L’ho detto in vita mia e lo ripeto. Sono tendenzialmente depresso e non so che cazzo farci. Ogni tanto mi becca così all’improvviso. Senza un motivo. Senza un perché. Basta parlarmi e potete accorgervene. Se rispondo con due tre secondi di ritardo di troppo, beh allora sono in trip. Non è che avete una confezione di Prozac da prestarmi? A buon rendere.

Due cose di solito possono aiutare nel caso vi sentiate un mattone sul ventricolo destro. Oddio, prima accertatevi che non sia infarto. Siete sicuri? Bene allora A) cominciate a scrivere come faccio io. Inventate storie, mettetevi in mutande, scavate scavate scavate. Sono ancora convinto che un giorno potrò sbucare in Cina. Magari ci si vede in Tibet tutti insieme. B) preparatevi un bagno caldo, avendo previamente evitato di defecare per un paio di giorni. Se prima vi siete ingozzati con una zuppa di fagioli tanto meglio. Immergetevi e date fiato alle trombe. Sì insomma scoreggiate. Sott’acqua. Vedrete delle enormi bolle venire in superficie. Avvicinate il vostro regale naso nel momento in cui si rompono. Inalate inalate inalate. E’ uno shock. Ma vi ritroverete a ridere come ossessi e soprattutto a apprezzare il vostro sado-masochismo. Aiuta a amarsi di più. Non ci credete, pensate sia pazzo? Andate a cagare e fidatevi ogni tanto.

Bene, ora che ci siamo rilassati possiamo andare avanti. Non ricordo bene dove siamo arrivati. In effetti basta seguire la puzza, tipo filo d’Arianna, e i ricordi tornano alla mente.

Sono sempre convinto che incontrare nuove persone, di qualsiasi tipo e forma, aiuti a migliorare la propria concezione del mondo. Soprattutto ti aiuta a pensare relativo. A guardare il problema da un altro punto di vista. In questo senso l’incontro con Dark Lady, La Diplomatique, ha aiutato non poco a indirizzare le ricerche di Jin. Il concetto è semplice sostiene Dark L con la sua amabile parlata aristocratica – se il Jin è ossessionato dall’avgomento figa allova va cevcato nella figa il motivo della sua scompavsa. Cvisto santo, ci ha lasciato di stucco. Tipo Barbatrucco. Si si, io da ragazzino amavo i Barbapapà. Cazzo volete? Sono un romantico. Mi piaceva soprattutto quello tutto nero. Io l’avevo soprannominato Barbastronzo.

Insomma mi sono perso ancora. Buon segno. Le celluline grigie funzionano di nuovo. O non funzionano di nuovo, come meglio credete.
Sta di fatto che rivedremo tutte le nostre ipotesi (quali si chiedono in molti…) sulla base della teoria di Dark L, che in fatto di intrighi internazionali ne sa di cotte e di crude. Qualche sana intuizione già ci è venuta. Ma tempo al tempo. Che se ho introdotto Dark L non posso evitare di raccontare come è avvenuto l’incontro tra il gruppo dei Luridi e quello dei Fighetti. Credo sia inutile spiegare chi è chi, giusto? Lo sospettavo.

Immaginate un localino dal nome tipicamente turko. Manhattan. Immaginate un quartiere della Ankara bene. Residenziale, tranquillo. Senza nemmeno un cazzo di posto per parcheggiare. Immaginate i Luridi che posteggiano in culo alla luna e scendono dalla loro Fiat OssignoreFaCheNonSiFermiAncheStanotte. E i Fighetti che non poggiano nemmeno i sacri piedini sull’asfalto, loro si librano infatti, mentre abbandonano il regale SUV nero.

Immaginate poi Pusher che come al solito si vomita sulle scarpe per aver ingurgitato superalcolici e melone. Ketchup che recita The Rime of The Ancient Mariner in spagnolo rivolgendosi alla sua boccia di Calvados. Santo che fa la lista di tutti i nuovi film porno che ha scaricato e che andranno a integrare il Kit del Trasfertista. Dis che si incazza con la luna perché non è pienamente piena e invece oggi dovrebbe esserlo nuvole bastarde.

Immaginate i Fighetti che parlano di champagne e caviale e dei giochini erotici che se ne possono derivare. Beh che poi se proprio volete immaginarvi Dark L allora visualizzatela così. Seduta con le gabbe sotto il corpo. Seduta su una poltrona di pelle rossa molto kitch, modello Copper Club pub che potete visitare nell’indigeno Sheraton Hotel. Seduta completamente nuda. Anzi no. Vestita di lunga collana di perle, stivali alti con tacco e coppa di spumante. Già, che lo champagne fa cafone. Seduta così mentre guarda la città di notte dai finestroni del suo salone. Dio come mi sento plebeo. Dio che bello.

Insomma immaginate i due drappelli che camminano vicini fino a entrare nel locale. E qui i Luridi si rendono conto che il gruppo che hanno insultato per i due chilometri di strada che separano la macchina dal pub, sì quel gruppo è di italiani. Gulp. Se ne rendono conto non prima di aver insultato i buttafuori e il guardarobista. Ma non ci vergogniamo mica noi, che il Pusher ha studiato Educazione Civica per bene a scuola. Cazzo.
Pusher – Non sarete mica italiani vero eh?
Dark L – Beh vevamente si, pevchè?
Pusher – Cazzo che figura di merda che abbiamo fatto. Scusate ma prima per strada stavamo provando il copione di un film. Il nuovo di Ferzan Ozpetek. Non vi sarete mica offesi no?
Dark L – Non vi abbiamo nemmeno sentito. Avevamo meglio da fave
Pusher – Stvonza fvigida
Dark L – Bifolco

Ovviamente i due gruppi si sono integrati alla meraviglia. Misteri dell’Universo.
Immaginateveli ancora mentre tutti e otto abbracciati in circolo cantano Pride degli U2. E mentre gli altri avventori li guardano e commentano I Soliti Italiani.

Già, i soliti italiani. Succhiateci il calzino.

giovedì 20 dicembre 2007

Avviso ai Galleggianti Number 2

Risultati del secondo sondaggio - Dov'è Jin?

A Casablanca 55%
Chissenefrega 22%
A Casa di Gigi 16%
A Casa 5%

domenica 9 dicembre 2007

Sangue e Merda e La Sfida

Il principale task dei nostri progetti è ovvio. Vincere l’immancabile sfida calcistica contro la rappresentativa del cliente. E già perché dopo qualche mese di convivenza a stretto contatto con la controparte lavorativa si viene a creare un clima di intensa compenetrazione e amicizia. Che sfocia puntualmente nell’esigenza di dimostrare chi è il più forte. E chi ce l'ha più grosso.

Si decide il giorno. Ovviamente un mercoledì. Che le coppe si giocano sempre in mezzo alla settimana. Campo in terra con fosse, pioggia battente e freddo alpino. Una settimana di pesantissimi allenamenti a base di pasta e alcohol aiutano non poco soprattutto se a bere sono gli avversari.

Il momento più toccante è l’ingresso in campo con sgambatina iniziale e immediati sette otto infortuni durante il riscaldamento. Sugli spalti tutto il personale femminile ululante fa il tifo ovviamente per i propri beniamini. Gli italiani. E la compagine turca non la prende mica bene. No no. Per niente bene. Sguardi in cagnesco e promesse di interventi alla Furino. Loro hanno rigorosamente la maglietta rossa con mezzaluna e stella. Noi ci siamo preventivamente messi d’accordo per una tenuta in blu. E infatti l’unico con divisa azzurra risulterà essere Jin, tifoso del Napoli. Jin. O per essere precisi la sua foto cartonata a grandezza naturale. Con annesso sorriso Durbans a 71 denti. A fine partita prenderà il voto più alto nella sua storia di calciatore. Cinque e mezzo. Poco dinamico ma almeno così non parla cazzo.

I ruoli sono già decisi da tempo. Ci schieriamo con uno spallettiano 3-3-1. In porta Mr. Ketchup e la sua immancabile boccia di Calvados. Il roccioso terzetto difensivo si compone di Guru Pusher e Dis, che passerà tutto il primo tempo a litigare con la bandierina del calcio d’angolo. Sulla fascia sinistra il Santo, sulla destra l’icona gigante di Jin. Trequartista Chef e le sue due inseparabili aragoste. Centravanti di movimento il Trottola. Che verrà premiato col trofeo Gattuso per i 140 chilometri percorsi nei 60 minuti di gioco. In panca a dare ordini il cellulare di sito con l’Eremita all’altro capo. Loro si schierano a ringhio. Ci sentiamo come Custer a Little Big Horn. Dio Bu Bu come dice Mr. Ketchup.

L’inizio è traumatizzante. Becchiamo subito un gol. Palla in fallo laterale e azzurrini fermi. I turchi invece continuano arrivano in aerea e segnano mentre Mr. Ketchup rutta urlando Aringaaa! Ieri abbiamo mangiato pesce e si sente. Ci rendiamo conto attoniti che il calcio ottomano amatoriale si gioca col battimuro. Col battimuro! Cazzo, manco in parrocchia a dieci anni eravamo così infami. Ma noi siamo un team. Il Team anzi. Uniti compatti cazzuti. Infatti litighiamo come bestie per dieci minuti sputandoci sugli scarpini a vicenda. Risultato alla fine del primo tempo. Sotto di due gol.

Fondamentale il riposo. Si ristudiano le tattiche. Pusher distribuisce pillole rosse e blu per tutti. Sti cazzi la salute, qua ne va del nostro onore. Cantiamo l’inno tutti insieme a squarciagola seguiti in estasi dalle pollastrelle del pubblico. Avete presente le parole no? Lasciatemi cantare con la chitarra in mano lasciatemi cantare una canzone piano piano lasciatemi cantare perché ne sono fiero, sono un italiano un italiano vero. Rientriamo in campo con le lacrime agli occhi e con un cambio tattico. Trottola sulla destra e la gigantografia di Jin in attacco, piazzato in mezzo all’area turca. A fine partita si registrerà una doppietta di anca del Jin bidimensionale.

E’ tutta un’altra musica. Pusher nonostante risenta di strappi in ogni parte del corpo, comprese le mutande, macina interventi modello Baresi. Disadatted si rade e sulla fascia sinistra comincia a sgambare come Roberto Carlos. Guru col suo aplomb ulula Chiamatemi Montero. Un muro. Mr. Ketchup declama tutte le poesie di Pascoli ruttando. Santo e Trottola fluidificano sulle fasce modello TAV. Chef si mette la maschera del Mago Silvan e nasconde il pallone ai nemici. I turchi mototrebbiano gambe e piedi. Ma non ce n’è per nessuno cazzo.

Risultato finale Italia batte Turchia 6 a 5.
Infortuni finali. Italia batte Turchia 8 a 7.

Tutti sotto la doccia. Ovviamente in comune. Baci abbracci e birra a fiumi. Gli ottomani tentano la carta del Uh m’è caduta la saponetta. Noi gli diamo in pasto la sacra immagine di Jin. Li lasciamo divertire per un po’.

Si chiude con la più classica delle sfide. Il confronto per dimensioni e forma dei vari membri. Loro circoncisi e pube-depilati. Noi circospetti e pube-pelosi. Sulle note di My Dick del geniale Mickey Avalon dichiariamo un sacrosantissimo pareggio.

sabato 8 dicembre 2007

Sangue e Merda e La Telefonata

Che ho detto? Ah già, terzo ci ha telefonato Jin. La scena è questa.

Mentre viaggiamo a bordo della Fiat CredevoFosseUnaMacchinaInveceEraUnCalesse che a sua volta romba comodamente sul groppone del locale carrattrezzi TurkACI, il mobile del Santo comincia a squillare. Beh insomma squillare è una parola grossa. A pompare a cannone i System of a Down con Toxicity. Dopo tre chiamate perse che la canzone ci piace un casino, il Santo decide di alzare il volume ma per sbaglio preme il tasto verde.

Jin – Santo sono Jin. Il tuo fratellone. E tu nemmeno rispondi. Bastardo
Santo – Cazzo non si sente niente. Non sarà mica il solito maniaco di Dalaman? Metto in vivavoce che ci facciamo due risa
Jin – Vacca zozza, sono Jin. Quello scomparso. Quello che non trovate più. Quello che state cercando. Quello a cui volete tanto bene
Guru – Sì dev’essere il nostro amico maniaco. Si sente un leggero rantolo di sottofondo. Mi ci sono quasi affezionato
Jin – Figa, patata, gnocca, pelo che tira più di un carro armato
Coro – Bella Jiiiiiiiiiiiin, sei tu?
Jin – No sono il maniaco. Stronzi. Fosse per voi morirei vergine
Pusher – Dove minchia sei smutandato da quattro soldi? Ti stiamo cercando per tutta la Turchia. Con calma, ma ti stiamo cercando. Eremita trakka la sua posizione che lo andiamo a recuperare
Santo – Col carrattrezzi? Meglio di Van Damme
Eremita – Negativo. Impossibile localizzarlo
Guru – Segnale criptato? Dio la cosa si fa interessante
Eremita (su WAP) – Veramente non lo so. Sono al cesso e non ho la wifi. La puzza impedisce la connessione
Jin – Non lo so dove sono. Mi tengono prigioniero
Pusher – Coraggiosi cazzo. Scusa ma il cellulare l’hai fregato a un secondino pieno di Raki?
Jin – Il cellulare l’ho scroccato alla secondina. E’ una topa da paura. Ho messo in atto la mia tecnica playboy, avete presente?
Trottola – Oddio n’artra vorta. Poveraccia. Sorrisone quattro stagioni, occhio da micio telegattone. Poi ‘e solite quattro stronzate su come se dice grazie – te amo – sei bella – pollo – acqua – scopamo?
Guru – Senza pietà. Jin sei un sadico
Jin – Di solito funziona dai lo sapete
Coro – A Jin ma vaffanculo va!
Jin – Beh comunque mi ha dato il cellulare. O meglio, me l’ha tirato. Per poco non mi ammazza. Allora le ho detto ciccia se mi fai fare una telefonatina ogni tanto giuro che non ti rompo troppo le balle.
Santo – Sei un genio. Ti dovevamo chiamare De Sade. Allora hai idea di chi ti vuole così male, a parte noi?
Jin – Non ne ho la più pallida. So solo che mi mancate e che confido totalmente in voi. E poi vi volevo raccontare di quella volta che ho fatto benzina e il turk-benzinaro ha cercato di fregarmi. Spettacolo. Mica ve l’ho già raccontata no?
Eremita (su WAP) – Ragazzi non si sente più niente. Abbiamo perso la linea. Kaput, mi dispiace.
Trottola – Santo rimetti la radio va. Che è mejo.
Jin – Sigh

Il ritorno in capitale ha portato con sé un pacco regalo da Roma. Arrivano i rinforzi. Che rispondono al nome di Mr. Ketchup. A me fa pensare a un misto tra MarioBros e Geremia del gruppo di Alan Ford. Sopra i quaranta e un fegato a prova di alcohol. Un cuore che fa provincia. E non solo. Il suo arrivo ci fa tornare nostalgicamente ai primi tempi. Quelli intestinali, capito no? A colazione esordisce e saluta con un Ragazzi mi sa che sono scaduto come lo yogurt dell’albergo. E poi con un Qua si respira già aria pesante. Per continuare con un Dev’essere l’altitudine, la differenza di pressione. Per ribadire con un Manco la sigaretta mi accendo che se no zompiamo per aria. Per finire con un Mica avete qualche cosina per la caga? Anche un tappo andrebbe bene.

Benvenuto Mr. Ketchup, sei uno dei nostri.

martedì 4 dicembre 2007

Sangue e Merda e Novità

Già. Ultimamente sono sempre incazzato. Però oggi no. Insomma, lo sarei pure ma sono talmente stanco che non riesco nemmeno a fare la faccia da rodimento di culo. Al massimo posso fare quello che spaccia le borse taroccate sulla spiaggia di Torvaianica. Le borse sotto agli occhi vendo. Porca zucchina, come dice Pusher.

Vi interessa ancora Jin? L’infame a Amasra non c’ha mai messo piede però la cittadina ci è piaciuta. Un buco pullulante di turismo turco. Abbiamo potuto osservare intere famiglie tradizionaliste in spiaggia. Con tanto di donne col burka-costume che facevano il bagno. Burka rigorosamente water-resistant. Allegria. Abbiamo passato due interi giorni senza le bombe al bromuro del Santo. Nemmeno Ginevra, una compagna delle medie per la quale Oscar Wilde avrebbe rivisto le sue teorie in merito alle tentazioni, sarebbe riuscita nell’impresa. Zio Perro, come dice Chef.

Ma il viaggio di ritorno ha portato un vento di novità. Primo perchè l’aria nella Fiat Polmone era irrespirabile. Secondo perché la Fiat Fiacca ha una leggera ammaccatura sul posteriore. Se trovate il portabagagli mandateci una mail che poi la forwardiamo all’Avis. Terzo perché Jin ci ha telefonato.

Ma procediamo con ordine. Quando arrivate a Amasra dirigetevi verso il centro. A un certo punto dovete girare per forza a destra e vi ritrovate sul lungomare. Girate a sinistra e dopo cento metri fermatevi. Lo vedete? Sì il ristorante con la scritta Balik. Bene risalite in macchina e fuggite il più lontano possibile. Il pesce infatti lo portano lì a piedi dalla Nuova Guinea. Noi invece l’abbiamo provato. L’effetto è stato devastante signori, probabilmente siamo andati a male dentro. Non so come altro descrivere la situazione. L’unica soluzione è stata quella di usare i calzini sporchi del Trottola come mollette per il naso. Ho amato quella puzza di piedi rancida. Non potete capire, credetemi.

Ci sta anche che la Fiat Arranco abbia risentito delle condizioni venutesi a creare all’interno dell’abitacolo. Così dopo un sorpasso all’ultimo rantolo ha deciso che poteva fare a meno di una delle quattro gomme. Con il Pusher alla guida c’è da stare tranquilli. E’ uno concentrato, che non si distrae veramente mai.
Guru – Cazzo è sto rumore?
Trottola – Ma è normale che se vedono scintille dietro de noi?
Eremita (kit vivavoce) – Push, la telemetria qua mi dice che hai bucato. Per la precisione, stai rotolando sul cerchione oramai da un paio di chilometri
Pusher – Boooh, dici? Mo mi fermo tranquillo

Constatato il fattaccio è scattata la rabbia di gruppo. Provate anche voi. E’ rilassante. Prendete a calci la macchina per buoni cinque minuti. Possibilmente con la luna piena. Vi ritroverete come nuovi. Ma non lo fate in mezzo alla strada, specialmente se per un caso strano avete alle spalle Chef col suo sidecar. Perché centrerà con chirurgica precisione il vostro paraurti.
Trottola – Sbajo o la donna cannone che è appena volata via era er Dis?
Santo – Magari è la volta buona, Zio Perro
Guru – Push, ma mettere le quattro frecce qualche volta no eh?
Push – Con calma Gu, con calma. Mo le accendo. Fidati

Mi dispiace per voi. Ma Dis ce l’ha fatta di nuovo.

In realtà dovrei anche raccontarvi della telefonata di Jin. Ma riprenderemo il discorso. Tanto ci moriremo di vecchiaia qua in Turchia.

Nel frattempo sentitevi un po’ di Bagdat Kafè. Il nome del gruppo è irricordabile. Però dal vivo sta canzone mi ha colpito.

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