sabato 6 dicembre 2008

Riflexio 1 – Ritorno in nero

Dopo qualche mese di silenzio rieccomi qui a rimestare nel torbido che ho dentro. Le cause – del ritorno ovvio, che dell'assenza mica le conosco – sono tutte da addebitare 1) alla Winehouse e alla sua Back to Black e 2) al problema del parcheggio.

Sul fronte trasfertisti potete e dovete pensare a loro come a storia passata. Come a una fotografia sbiadita e in bianco e nero. Con tanta nebbia e tanto grigio. Come il video di Amy insomma. Su che avete capito, no? Dai non mi fate incazzare che se no comincio a frullare oggetti in giro per la stanza. Ma ritornerò sulla saga prossimamente.

Dicevo dell'assillo del parcheggio. E non parlo delle fottute strisce blu. E nemmeno delle Smart parcheggiate nei secchioni della spazzatura. No no. E neanche degli antifurti con o senza palle tipo mazza da baseball da usare quando ti fregano il posto. No non mi riferisco a cose di sì poco conto. La vera tragedia ormai è ricordarsi DOVE avete parcheggiato la sera o la mattina o il giorno o la settimana o il mese prima. La domanda che rimbalza di palazzo in palazzo è, in un certo senso, DOVE CAZZO HO MESSO LA MACCHINA. Dove dove dove dove dove? Eppure cazzo era qua. Sono sicuro. Per Dio mi hanno fottutooooo la maaaaccchinaaa.

E rimani impietrito di fronte a un catorcio che non è il tuo. Che non ha il colore della tua auto. Che non ne ha nemmeno la forma. Ti sposti da un piede all'altro con le chiavi in mano mentre pesti sul pirulino che apre le portiere. Ma non vedi luci lampeggiare e allora alzi il braccio e spari a caso perché comunque la macchina DEVE essere qui da qualche parte. E ti sale un fiotto di sangue direttamente al cervello e senti una specie di cascatella nelle orecchie. E hai un brivido e una botta di adrenalina che i tuoi tre spermatozoi mezzo rincoglioniti festeggiano pensando che sia finalmente arrivata la scopata annuale del padrone. E non respiri proprio. E chiami mamma papà il tuo lui la tua lei o tutti e due se sei uno a cui piace il triangolo e...ma no no no no! Sì sì sì. E un sorriso si stampa sul tuo faccione tronfio perché ti ricordi che qua ci hai parcheggiato due giorni fa e sì non so dove l'ho messa ieri ma sicuro non qui e Gesù grazie che non mi si sono inculati la macchina.

Non mi dite che non vi è mai capitato. Se vivete in un centro con più di centomila macchine sicuro che vi è successo almeno tre volte nella vita.

A me succede mediamente tre volte a settimana e in tre situazioni possibili diverse a) la mattina sotto casa b) la sera al parcheggio dell'ufficio – che ora abbiamo il multipiano pure noi – e c) all'infernale parcheggio coi colori e le lettere dell'iper super mercato di Roma Nord. Che i colori e le lettere sono così carini che mi dimentico sempre di leggere cosa cazzo c'è scritto. Voi non lo sapete ma in quel parcheggio ci vive una famiglia da un mese. Fa la spesa da Auchan e spera tutti i giorni di ritrovare la macchina. Che però se la sono portata via col carro-attrezzi. Ma io mica glielo dico. Sono così gentili, tutte le volte mi offrono il thè.

E allora qualche stronzo di quelli con le idee brillanti c'è in ascolto? Invece del GPS che mi dice di girare a destra tra tredici metri quando sono su un cavalcavia in autostrada. Invece della webcam a casa con controllo remoto per spiare la donna delle pulizie. Invece del telefonino che ci vedo internet che tanto non ci vedo un cazzo che lo schermo è di mezzo pollice. Insomma invece di prendermi per il culo, non potete mettere sul mercato un sistema che la mattina mi faccia ritrovare la mia quattroruote?

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