giovedì 30 aprile 2009

Coffee Machine 2 – Favole



[ma quanto mi piace la sigla di Lady Oscar???]

Caronte è un mio collega a cui voglio veramente bene. Ci divertiamo a lasciare andare i discorsi così a cazzo. E loro vanno. Vanno. Vanno.

Caronte lo chiamiamo così perché di solito è quello che ci riporta a casa dopo ettolitri di bruciabudella. E anche perché è vietato, per una qualsiasi coppia di fidanzatini, salire sulla sua macchina. Infatti una volta scesi nel 99% dei casi finiscono per lasciarsi entro sette giorni, al massimo nove. Caronte e la sua auto, il traghettatore dell'amore perduto.

Oggi siamo lì alla pausa caffè. Io prendo una roba col ginseng che mi provoca immediatamente un'erezione dissimulata con chiavetta USB nella tasca. Lui si spara un ricchissimo orzo con retrogusto di tè al limone.

Parliamo di favole, che lui ha famiglia. E arriviamo a delle conclusioni inattaccabili.

Cenerentola è veramente una storia bastarda. Totalmente diseducativa. Abbiamo il solito stronzo azzurro con un fottio di soldi che decide di organizzare un festone per trovare la pollastrella della sua vita. Ovviamente il tipo blu col cavallo sceglie moglie tenendo in considerazione solo tette culo e il se-me-la-dà-facile. Il discorso della scarpetta nemmeno ve lo commento che se no dite che sono scurrile. Dall'altra parte abbiamo una bella topa che non ha voglia di fare assolutamente un cazzo nella vita. E si inventa la storia della matrigna e delle sorellastre. In realtà pensa solamente a scarpe, zucche (macchine), vestiti, castelli. Alla bella vita. Insomma questi sono i concetti che insegnate ai vostri pargoletti quando gli raccontate Cenerentola. Fate voi.

Poi c'è il discorso della Principessa sul Pisello. Caronte mi ha dato finalmente una valida interpretazione. La favoletta non è affatto diretta alle femminucce. No. Per niente. Dovete raccontarla ai vostri figli maschi. La storia narra di questa tipa che dorme su un miliardo di materassi e che, la volta in cui la sorella nasconde un vibratore giù in fondo ma proprio in fondo al letto, si incazza come un bufalo strepitando che assolutamente non riesce a dormire e che nessuno si prende cura di lei. E' altamente educativa come primo approccio al mondo femminile. Per far capire al vostro piccolo cosa l'aspetterà da grande con le donne. Comprenderà così che in futuro qualsiasi cosa farà, qualsiasi cosa dirà, qualsiasi cosa penserà, per la sua lei sarà sempre comunque e inequivocabilmente sbagliata. Raccontatela. Raccontatela.

(si ringrazia G.R. Caronte).

El Dindondero 5 - Matrimonio

Si ringrazia MRM per la gentile segnalazione.

El Dindondero - Ciao bella come stai? Ti piace il vestito nuovo che mi sono comprato?
MRM - Uè come no. Elegantissimo, pari 'na limousine. Ti sposi?
El Dindondero - No però si è sposata mia sorella domenica scorsa. Era bellissima
MRM - Eh già sono bei momenti. E che fa ora, sta in viaggio di nozze?
El Dindondero - Sì, come no.
MRM - Che culo. Dove stanno di bello?
El Dindondero - Per ora a Cremona
MRM - A Cremona? Ma che hanno dirottato l'aereo? E che ci sta a fare a Cremona?
El Dindondero - Ma, non so. Dice che ha la diarrea
MRM - ...

martedì 28 aprile 2009

Riflexio 8 – Peste suina

Dunque ricapitoliamo.

1) L'Aviaria ha origine a est
2) Mucca Pazza arriva da nord
3) La Peste Suina arriva da ovest

La prossima sarà 4) L'Abbacchio Abbacchiato e arriverà da Sud.

Non so voi ma io ci vedo qualcosa di losco in tutto ciò. Un gombloddo direi.
Magari c'è lo zampino del Coniglio rosa dei Negramaro.

Mi è venuta voglia di una partita a Pandemic. Chissà perchè.

lunedì 27 aprile 2009

Riflexio 7 – Salse

Uno dei momenti migliori della giornata è quando monto in macchina per tornare a casa dopo il lavoro. Il che mi sembra una cosa tristissima a dirsi, ma è inutile nascondersi dietro un dito. Anche perchè così il dito rimane libero e lo si può utilizzare in modo più proficuo. Uno scaccolamento accurato, per esempio, risulta concedere grosse soddisfazioni. E aiuta a concentrarsi e a partorire pensieri adeguatamente interessanti.

E così oggi mentre torno a casa rifletto sul fatto che il mondo si divide in due grosse categorie. Quelli che amano il ketch-up e quelli che adorano la maionese. Chi le mischia mi dispiace ma non è nè carne nè pesce e non ha ancora capito un cazzo di questo mondo.

Sono lì fermo al semaforo che inseguo questa illuminazione mentre il pollice si dà da fare. Sono sicuro di essere sul punto di comprendere una di quelle grandi, enormi verità della vita. Le VV come le chiamo io. Una di quelle cose che una volta svelate ti fanno guardare il mondo con gli occhi di chi la sa lunga. O di chi semplicemente si è fatto per troppo tempo di allucinogeni.

Sento arrivare la VV, la lascio volteggiare sul palato. Una VV al rhum direi. Un attimo prima che mi si schiuda tra le mani mi giro sulla destra e vedo una signora con la carrozzina che mi fissa. Mi rendo conto che ho tirato fuori un caccolone da mezzo chilo e che lei ha la faccia schifata. Ma di molto schifata. Mi distraggo socchiudo le dita e la VV ne approfitta per scivolare via.

Puttana. La VV e anche la signora. Chissà che cosa mi sono perso.
A proposito. Io sono uno di quelli schierati dalla parte della maionese.

domenica 26 aprile 2009

Trash 8 – Esplosioni



Due giorni fa sono andato a trovare il Trucio (se sei così ignorante e insensibile da non sapere chi sia vedi di rinfrescarti la memoria qua). L'ho trovato stravaccato sul divano. Non se la passa mica male. Per niente. Mi ha spiegato che poi gli si era sostanzialmente bucato uno scroto. Gliel'hanno riparato più o meno con una tippettoppe (da ragazzino io le chiamavo così) simile a quelle che si usano per le camere d'aria delle bici. Mi domando se prima della riparazione lo abbiano messo sott'acqua per capire, osservando le bollicine, dove stesse esattamente il buco.

Nel mentre che siamo lì a chiacchierare ti appare un pezzo di gnocca alla Serena Grandi dei tempi migliori. Che mi chiede Nikko ti fermi a cena che dici? E io intimidito rispondo che no non vorrei arrecare disturbo. Al che lei insiste e replica ma quale disturbo ho una teglia di lasagne giusto il tempo di scaldarle al micro-onde. E io allora dico va bene con piacere e le fisso il culo mentre si allontana in cucina. E poi mi giro verso il mio amico.
Io – Scusa ma chi cazzo è quel pezzo di patata?
Trucio ridendo – Ma come chi è. E' la Franka.
Io troppo basito – Ma che cazzo dici Tru'? Dai, non prendermi per il culo.

Dovete sapere che la Franka, la moglie del Trucio, è da sempre quanto di più simile a una panzer tedesco. No, non una cozza. Che la cozza almeno è bombata. Per di più stronza. La Stronzosaura tra gli amici. E acida.
Io – Dì la verità Tru'. Hai permutato la Franka più la casa all'Argentario con quella specie di Pamela Anderson che sta in cucina eh?
Trucio – Beh più o meno. Franka per un periodo si sognava i numeri al lotto. Novanta mila euro si è arraffata. E poi dritta col malloppo dal chirurgo plastico. Quello di là è il risultato
Io – Un capolavoro. Mortacci. Che te devo dì? Complimenti
Trucio – Insomma. E' rimasta Stronzosaura. Sì l'ho sempre saputo che la chiamavate così. Pensa che ora vuole essere pagata per fare l'amore. Centocinquanta a botta. Dice che giusto perché sono il marito. Mi fa lo sconto. In conclusione sto pure a dieta di sesso.
Io – Capace che è per quello che ti è scoppiata la palla
Trucio – Già. Forse. Sta zoccola.

E a quel punto Boom. No dico. Booooooooom. Un botto pazzesco. E io me lo guardo e gli urlo oddio che t'è scoppiato l'altro coglione? E lui no io sto bene corri a vedere in cucina. Corri.
E io corro e entro in cucina e c'è un sacco di roba appesa al muro. E non è lasagna. Manco per il cazzo. E allora corro di nuovo e afferro la cornetta e chiamo e poi non mi ricordo più fino a che sento le sirene dell'ambulanza. E si caricano la Franka e uno si gira e mi fa – merda le sono esplose le poppe. Abbasso gli occhi.
E mi vengono in mente due cose. Uno) che il tipo è lo stesso dell'altra volta e Due) che non avrò mai più il coraggio di mangiare una lasagna in vita mia. Rialzo gli occhi e il tipo è ancora lì, in imbarazzo. Poi parla.
Barelliere – Ammazza che topa. Che razza di giochino stavate facendo in tre per farle esplodere le tette?
Io – No guardi che è sua moglie – indicando il Trucio ancora steso sul divano - e stava scaldando una lasagna al micro-onde
Barelliere – Cazzo mi scusi. E' che è proprio una gran topa.
Trucio – Si figuri. Mica mi offendo. Si immagini che mi fa pagare centocinquanta euro a scopata
Barelliere – Beh nemmeno troppo in fin dei conti. E poi...ma scusi lei non è quello...quello con la palla...
Trucio – Sì sono io. Me l'hanno rimessa a posto.
Barelliere – Mi fa piacere. Bene, tolgo il disturbo. Che ormai avranno finito di caricare sua moglie in ambulanza. Comunque può capitare col micro-onde. Ho già visto altri casi. Il silicone si surriscalda stando vicini al forno. Sarà una roba di molecole. E in un attimo si dilata e badaboom. Scappo. Arrivederci
Trucio – Arrivederci – Poi gli urla dietro – Oh guardi che in quello stato capace che le fa un mega sconto. Non si sa mai. Cinquanta euro e via. E' stronza ma conosce le leggi di mercato
Io - Cinico che sei, cazzo.
Trucio – Ma no, che dici. Già mi manca un casino. Che ne dici di un partitone con la Play?
Io Pro Evolution o Fifa?
Trucio Fifa tutta la vita
Io – Ci sto. Eddaje che ti spezzo in due
Trucio – Prima prendi la lasagna di là. Dovesse venirmi fame...

sabato 25 aprile 2009

El Dindondero 4 – SadoDindoMaso



Un po' di tempo fa decido di organizzare un'uscita a tre. Milf, Dindondero e il sottoscritto. Propongo una seratina in un locale BDSM della movida romana. Così, tanto per dimostrare al Dindondero che la capitale è, se non meglio, almeno alla pari della sua Cremona. Ci diamo appuntamento in un pub irlandese non troppo lontano dalla nostra meta.

Io mi presento in tenuta casual che fa molto rapper. Jeans e felpa rosso mattone con cappuccio e scritta pseudo-killer. Milf mi arriva invece tutto in nero. Pelle ovunque e un camiciozzo in latex da far impallidire il miglior Tony Manero della storia.

Ci spariamo subito un paio di pinte di Guinness mentre aspettiamo il nostro amico. Arriva sempre in ritardo. Forse perché gli abbiamo taroccato il TomTom piazzandogli sotto le mappe di Milano? Forse. Alla terza coppia di birre da due diventiamo finalmente tre. E non perché io e Milf ci siamo riprodotti.

El Dindondero sfoggia Birkenstock bermuda blu e camicia hawaiana per la quale si ringrazia Magnum P.I. Consultiamo i migliori sceneggiatori della piazza cercando un aggettivo per descrivere le nostre facce. Basiti ci suggeriscono. Basiti.

Milf – Dindondè, cazzo ti sei messo addosso? (basito)
El Dindondero – Perfetto, no? In tono per la serata. (tronfio)
Io – Cioè, scusa? (basito)
El Dindondero – Perfetto per un BDSM ragazzi! Piuttosto, voi non sarete mica troppo dark per caso? (tronfio-basito a sua volta)
Io – In che senso Dindondè? (basito con punto interrogativo sempre più grosso)
Milf – Ma dove cazzo credi di andare porca puttana? (basito con punta di stizza)
El Dindondero – Ma come dove? In un BDSM. In un Bar per Danzatori di Salsa e Merengue. E dai che stasera ci diamo dentro col movimento di bacino. E daidaidai.


E lo corchiamo di botte. Con l'intenzione di frantumarglielo. Il bacino.

Quando è abbastanza livido ci muoviamo finalmente lì dove volevamo andare. Ma questa è un'altra storia e non credo vi interessi poi troppo...

martedì 21 aprile 2009

Riflexio 6 – Dubbio

Allora le cose stanno così. Stasera non ho voglia di scrivere. Ero convinto di sì e invece nisba.
E allora vi lascio con un dubbio che mi rode.

Ma i pensieri profondi sono pensieri depressi?

Kremisi 2 – Io Parallel Killer


[clicca su e ascolta il pezzo o tu che leggi]

Quante stronzate.
Un tizio fa fuori 58 persone e ti raccontano che tutto era scritto nel suo passato. Che quello ha il pedigree da ammazzatore seriale. Che pisciava nel letto quando era ragazzino. E che poi infilzava ranocchie e storpiava cani e ficcava petardi nel culo dei gatti del vicinato. Ed è ovvio dato che tutti i serial killer hanno quelle cose in comune. Ma che cazzate.
Cercano solo di trovare un MCD, un fottutissimo minimo comun denominatore, perché così forse l'uomo qualunque riesce a farsene una ragione e a dormire tranquillo. Che tutto ha un senso.
La verità è che sono stronzate. Cazzate. Delle stronzate del cazzo.

Noi siamo in tre. Come i porcellini. Come i nipoti saputelli di Paperino. Ci siamo dati dei nomi, che solo Tizio Caio e Sempronio pareva brutto. Uno Nessuno e Cento. Io sono quello di mezzo. E abbiamo spazio anche per un quarto, possibilmente donna. Mila. Me la immagino rossa di capelli.
Non ho idea di che faccia abbiano gli altri. La Rete è l'unica cosa che ci unisce. Oltre alla nostra piccola deviazione comune. Uccidere.

Noi lo facciamo in parallelo. Tipologia di luogo. Giorno. Modus operandi. Tutto deciso prima. Come se fosse una serata a tema a cui ognuno partecipa per cazzi suoi. Ogni tanto tre omicidi tre e tutti tremendamente simili tra loro. Ma in città diverse. Per inciso, non mi sono mai pisciato addosso. E i miei sono delle persone normalissime. Solo che a me a un certo punto sono venuti fuori questi impulsi. Insieme ai brufoli probabilmente.

Per stasera si è deciso discoteca. Toilette per la precisione. Coltello affilato. E io sono pronto. Vedo gli altri che si muovono al suono di non so quale musica. Ho le cuffiette dell'iphone che mi riempiono le orecchie di Ceza. Per terminare qualcuno ci vuole un pezzo che abbia ritmo. Bassi soprattutto. E parole poco comprensibili. Che come niente ti distrai e sei finito.

Io sono pronto. Vicino al bagno delle donne. Il coglione mi passa davanti e mi fa l'occhiolino. Con la faccia nell'ombra mi ha scambiato per una. E' un tipo fatto così. Né alto né basso. Né magro né grasso. Entra nel cesso. Gli lascio quindici secondi, tanto per dargli modo di rimirarsi l'uccello per l'ultima volta. Conto pazientemente poi entro e sono sicuro di trovarlo a sinistra. Ai pisciatoi. Non è il tipo che si vergogna. Mi piace la camicia. Grigia a scacchi. Poi gli affondo la lama in un fianco. E gli sussurro due parole. Ciao stronzo. Tanto per fargli pensare che ci sia un motivo. Tanto per fargli credere che sta morendo per qualcosa che ha fatto o che ha detto. Ho una mia morale in questo. In punto di morte anche a me piacerebbe sapere perché. Non si può morire per sentito dire. Poi gli apro la gola e lo osservo. Cinque secondi al massimo. Con le lacrime agli occhi. Non so se per la gioia o perché mi dispiaccia.

Mi ritrovo di nuovo in mezzo alla gente che balla, poi fuori e in cinque minuti sono un'ombra. Con l'iphone aggiorno twitter. Mission completed.
Infine sono meno di un'ombra. Sono Niente e Nessuno.

sabato 18 aprile 2009

On the Road 8 – Love is in the Air

L'altro giorno non sapevo assolutamente cosa cazzo scrivere e allora mi sono messo a vedere una serie che ancora mi mancava. Brothers and Sisters. Una roba in cui ci sono un sacco ma veramente tanti che non ho capito nemmeno quanti fratelli e sorelle. L'evento clamoroso, trattandosi di fiction americana, è che sono tutti figli della stessa madre e, si pensa, dello stesso padre.

Comunque fatto sta che nel cast ci sta Ally McBeal, che per me quella là si chiama proprio con quel nome lì. E insomma riflettevo che non è mica bella per niente. Però non so come mi arrapa veramente troppo. E sfido voi a dire che non vi tira. E allora ci sta lei all'inizio che vive a New York e deve tornare a casa dai suoi che stanno a Los Angeles. E allora va e prende l'aereo e mi è venuto in mente di quella volta che viaggiavo con Milf. Milf è un amico mio che veramente lui si strapperebbe via la pelle pur di aiutarmi. Io no ma lui sì. E lo chiamiamo così perché sta in fissa con la storia delle madri. La madre terra. Madre Teresa di Calcutta. Ma soprattutto le madri delle sue fidanzate. Che lui prima o poi ci prova sempre. E allora noi lo si chiama Milf per sto motivo.

Insomma Milf e io andiamo in aereo a Monaco. Quella conosciuta per la birra, e per il vento aggiungo io. Che poi l'aeroporto l'hanno messo in un posto dove se deve piovere ci piove di sicuro e, se deve tirare un po' di vento, lì ci trovi un tornado. E infatti ci hanno pure messo un sacco di mulini. Il volo per noi comincia proprio bene. All'imbarco ci comunicano che in economy non c'è posto e allora a noi due ci spostano in business. Il che vuol dire che ci dovranno tirar giù all'arrivo ciucchi come barboni. Saliamo e nell'area VIP siamo solo in tre. Io e Milf. E una ventenne che rimaniamo con la mascella incastrata.

Tutto bene. Tutto tranquillo. A venti minuti dall'atterraggio entriamo in una specie di bufera tipo triangolo delle Bermude. Sballonzolamenti di qua, sballonzolamenti di là. Sudori freddi. Aereo che pare aprirsi in due. E Milf che ne approfitta si accomoda vicino alla tipa leggermente preoccupata e butta lì un – mi faresti una pompa che secondo me magari tiriamo le cuoia e non voglio presentarmi di fronte al Signore carico di sperma che poi magari mi chiede qualcosa e io sono distratto, sai com'è. Lei lo guarda acida e impettita, con lo sguardo che nemmeno lo vede, e gli risponde – ma vaffanculo che io sono ancora vergine e poi non ci penso proprio a scambiare fluidi con un tipo come te.
Come vuoi – gli risponde Milf.

E rimangono lì ognuno coi suoi pensieri per un paio di minuti finché il motore di sinistra prende fuoco così per non farci mancare niente e il pilota ce lo comunica tutto allegro e aggiunge che comunque tutto andrà bene. E li mortacci tua dico io. E allora la gente comincia a urlare un bel po' ma il problema è che la ventenne è proprio in preda al panico e sembra un maiale quando lo scorticano vivo tanto sta lì che grida. E non so se lo sapete ma il panico si attacca. Cioè è tipo un'infezione per via aerea. La vergine dà di matto e in 20 secondi mi si alza il battito cardiaco. La pressione sale o scende non lo so. Le ascelle mi si appezzano ben bene di sudore. E comincio a sentire quella voglia sottile di dar fiato alle trombe modello pazza isterica.

E allora Milf che è un amico e ha capito che sono in difficoltà e forse pensa di poter avere lo stesso problema la guarda di nuovo e le fa – Stronza succhiami il cazzo e falla finita. E lei in lacrime – Cazzo avevo paura che non me lo chiedessi più. E tutto quello che sento dopo è il rumore della zip e poi un soffocatissimo glump glump di gola.

E allora mi rilasso. Con l'aereo che va come cazzo gli pare. Il motore in fiamme. Le cappelliere che si aprono e si chiudono. E Milf e la ventenne alle prese con un pompino in alta quota. E allora mi addormento e mi risveglio a terra. E penso al potere calmante del pisello. Che secondo me all'inizio dei tempi serviva solo come antistress. E poi come Darwin ci insegna la specie umana avrà pensato che gli si poteva assegnare magari anche un'altra funzione, che so per esempio quella riproduttiva.

E insomma sta storia di Milf mi ha dato modo di pensare a una nuova tattica di abbordaggio. Qualcosa del tipo ehi baby mi sembri un po' tesa, lo stress non fa bene lo sai. E lei fa eh già ma che vuoi farci con sta vita di merda. E allora giù e glielo metti in mano direttamente e lei si rilassa seduta stante e a quel punto è fatta. Grazie Milf sei un amico.

Chissà le lettrici cosa ne pensano. L'accendiamo?

giovedì 16 aprile 2009

Trash 7 - Schiacciamenti

C'ho un amico, Trucio, che un giorno mi fa – oh Nikko mi si sono gonfiate le palle di brutto.
A me era venuto da rispondergli – Trucio scopa di più e vedrai che ti passa.

E oggi siamo lì in rosticceria con supplì pizza e tutto quanto. E lui si siede e Plop, sento sto rumore. Plop. E lui diventa bianco. E allora arriva l'ambulanza e mentre ce lo caricano uno si gira mi guarda in faccia, che ancora ho un pezzo di supplì tra i denti, e mi fa – merda gli è scoppiato un coglione.
Mi sono ritrovato con due olive al posto delle palle e una sensazione di allappamento manco avessi mangiato un cachi acerbo.

E da stasera sto molto più attento quando mi siedo. Decisamente più attento.
E da domani pure voi no?

mercoledì 15 aprile 2009

Kremisi 1 – WC

Geppo è un tipo fatto così. Né alto né basso. Né magro né grasso. Geppo, insomma, e hai detto tutto. Uno di quelli che regge l'alcool. E bene. Uno di quelli a cui piacciono le discoteche senza il solito tumtadadum tumtadadum. Tipo l'IF per intenderci. Sana musica dal vivo tanto fumo poca luce e sudore che si taglia a fette. E anche tanta figa a dirla tutta. Che al Geppo mica dispiace. Un posto dove mettere su un bel sorriso ebete e svuotare il cervello. In stasi. Bisogni primari. Sete tette culi e rum. In ordine sparso e come più vi piace. E voglia di andare al bagno a svuotare la vescica.

Il pezzo degli Inxs aiuta il movimento verso la toilette. Il ritmo si adatta bene alla camminata del Geppo un po' svaccata un po' ma che minchia me ne frega un po' quanto mi sento fico. Un po' cazzo spero di arrivare al pisciatoio prima di mollarla. Negli occhi la scritta rossa WC faro di salvezza. Poi via oltre la porta tipo saloon.

Sinistra donne. Geppo schiocca un occhiolino alla tipa languida appoggiata al muro. Non la vede troppo bene tanto è preso da quelle labbra rosse a cuore. Un cuscino per l'uccello pensa sorridente Geppo.

A destra uomini. Si capisce dal disegnino sulla porta col tipo in frac. E dalla puzza pungente che colpisce al naso appena ruotata la maniglia. Luce fioca e mattonelle bianco latte. A sinistra tre pisciatoi. Di fronte una porta aperta su un cesso modello Venezia. Nel senso di acqua alta. Forse per il vomito. O per qualche stronzo troppo lungo conficcato nel sifone. Inagibile. Frega cazzi al Geppo. Lui ama quelli che chiama i Mollala-in-Piedi. Sceglie quello centrale. Comodo. Sbottona i pantaloni e getta la testa indietro nel momento esatto in cui se lo tira fuori dalle mutande. Poi riabbassa la testa. Lo divertono sempre gli espedienti per cercare di non far pisciare i maschi fuori dal seminato. Mosche finte, pallette di naftalina, capezzoli turgidi. Ma il meglio è la palletta di calcio con tanto di porta. E' l'unico caso in cui Geppo non la spara fuori.

Stavolta c'è il solito moscone trito e ritrito. Prende la mira per bene e dirige il fiotto un buon sessanta gradi a babordo. Dritto sul muro e poi per terra. Ancora un sorriso compiaciuto. E occhi di nuovo chiusi. E la vescica che si svuota lentamente. E dolore improvviso al fianco destro. Sul rene gli sembra. Occhi di nuovo aperti a guardare a terra. Quel bianco latte delle piastrelle misto al paglierino acceso dell'urina e a quel rosso scuro. Troppo scuro.

All'improvviso due parole solo due. Ciao stronzo. Condite con l'assoluta certezza che il calore che sente sulla camicia sia dovuto al suo sangue che esce. Poi Geppo sente una mano tirargli i capelli e una lama aprirgli la gola. Si inginocchia con le mani che cercano di bloccare la vita. La mente che cerca una spiegazione che non c'è. E gli occhi che guardano davanti, il bianco della ceramica e delle piastrelle. Ancora bianco latte. Le gocce di piscio che scivolano. E quelle di sangue scuro.
Troppo scuro.

Che modo stronzo di morire pensa Geppo. Poi più niente.

martedì 7 aprile 2009

On the Road 7 – P&T vs Kill Bill

A volte mi chiedo come fa un giorno a chiudersi così meravigliosamente e quello dopo a cominciare da farti venire voglia di saltare una data sul calendario.

Termino la serata con due eventi incredibilmente positivi. No non sto parlando di scopate. A 36 anni è già tanto se mi ricordo come si fa a pisciare. Mi accontento di poco io. Tipo tornare a casa e trovare un assegno di rimborso dalla società elettrica e spararmi un paio di puntatoni di Battlestar Galactica. E voglio dire che la mattina dopo mi alzo tipo tutto gasato. Cioè roba da non credere. E decido di andare alle Poste (ma i telegrafi sono spariti?) a ritirare qualche spicciolo così tanto per festeggiare. E vaffanculo. No dico VAFFANCULOOOOOO. Vu A Effe Effe A Nculooooo. Alle ore 08.30 trovo una fila di 130 persone. Non ci faccio caso lì per lì perché ho ancora un cazzo di sonno pazzesco. Poi realizzo la nota stonata.

L'età media della fila è di 83.5 anni. Ma per Dio sono le 08.30. Cazzo vogliono tutti sti pensionati. Che io c'ho da andare a lavorare. Li mortacci vostra. E non solo. No, hanno pure fretta. All'apertura delle porte scattano e cercano di fottermi il posto per accaparrarsi un numeretto più basso. Il numero 128 della fila pretende di passare davanti a tutti – Sono anziano fatemi passare – dice lui. Io lo guardo fisso – A testa di cazzo – gli dico in modo pacato – no dico a ricoglionito ma non lo vedi che sei il più giovane? Ci rimane male e dice che non ci sono più le maniere di una volta. Lo mordo con la dentiera della nonnetta che mi siede accanto.

Ora, capisco che uno a quell'età soffra di insonnia. Capisco tutto. Davvero. Ma se sei in pensione un momentino in più nel letto no? O magari una passeggiatina lungo il fiume che fa tanto bene? Magari andare alle poste alle 10 quando non scassi il cazzo al prossimo no? Minchia quasi quasi richiamo il tizio con l'Uzi, quello che ha fatto fuori mezzo ufficio qualche giorno fa.
Forse per loro è un punto di incontro. Tanto per scambiare due parole. O semplicemente rompendo i coglioni si sentono meno soli. Creano qualcosa.

Riconsidero la situazione. Cambio il punto di vista.
Eh già. Quello con l'Uzi non basta mica. Tocca chiamare Beatrix Kiddo.

venerdì 3 aprile 2009

Coffee-Machine 1 – Annessi e Sconnessi

Che bello. Ricevo finalmente un documento da Carmencito. Un documento da spedire al cliente. Mi emoziono così tanto da cominciare a piangere. Esso documento consiste di ben 6 files dico sei files in formato misto doc/pdf. Trattasi di 6 appendici. Dalla Appendix Cinque punto One alla Appendix Cinque punto Six.

Ora, caro Carmencito. Ti prego. Cerchiamo di ragionare. Soprassediamo sul fatto che se in un documento trovi un'appendice 5 normalmente ti aspetti anche la 4 la 3 la 2 e la 1. Ma fa niente. D'altronde magari tu, come io amo il numero sette, ti sei preso una cotta per il cinque. Niente di irrecuperabile. Però mi chiedo. E lo chiedo anche a te. Le appendici, in quanto tali, esplicano la loro funzione qualora ci sia qualcosa – un altro file forse? – di cui esse possano in effetti sentirsi orgogliosamente appendici. Se lasciate da sole, le soggette in questione si deprimono.

Immagina. Vai in libreria, compri un libro lo apri e la prima pagina recita “appendice 1”. Non è mica bello. Per niente.
Come a dire vai in un negozio compri una lampada da muro esci incontri un amico e gli dici guarda che bella lampada da muro che ho comprato così funzionale fa veramente un sacco ambient.
Già. Proprio una perfetta lampada da muro. Peccato che non hai il muro.

giovedì 2 aprile 2009

Trash 6 – Siamo Salmoni o Barman?

C'è il mio collega Gheppetto. Lui è simpatico. Ma vabbè chissenefrega direte voi. In effetti per la prima volta vi do ragione. Il fatto è che Gheppetto non ha tanti capelli. Però ha parecchie idee. Insomma ci si scambia volentieri qualche parola. E allora siamo qua, dentro un cesso di macchina in una qualche strada della penisola arabica. E la radio in sé non è nemmeno malaccio. Cioè belle casse che sparano e tutto quanto. La radio non è male. Ma le stazioni quelle sì che fanno cagare. Però se qualcosa non ci manca davvero beh quella cosa è la tenacia.

E allora finalmente becchiamo un bel motivetto. E Gheppetto mi fa – oh tu che parli bene l'inglese secondo te che dice sta canzone, cioè è bella proprio e mica può essere che il ritornello fa are we human or are we dancers, che cazzo mi significherebbe no?

In effetti no gli rispondo, non dice mica solo quello. Aggiunge pure che è in ginocchio sui ceci cercando una risposta. Gheppetto ci rimane male spara un commento sul fatto che nel mondo ci sono troppi allucinogeni, mette su un cd new age e uno sguardo da mucca sazia e butta nel dimenticatoio mentale la sua considerazione. Ma io no. Che lo sapete che non sono manco per niente normale. No, io sta cosa me la porto appresso per una ventina di giorni. Una specie di scimmia insomma.

Finché stamattina finalmente in un momento di assoluta lucidità sono riuscito a capire. Siamo umani o ballerini questa è la domanda. E siamo umani vuol dire chiedersi se siamo uomini. D'altra parte si sa che i ballerini sono tutti omosessuali. Quindi il quesito diventa siamo uomini o omosessuali. E a questo punto la soluzione ve l'ho fornita su un piatto d'argento. Il tipo che canta è sposato, ha figli e soprattutto si è sempre scopato un sacco di ragazzine ai concerti. Però inconsciamente si è reso conto di essere omosessuale. Di quelli che ancora non l'hanno ammesso a se stessi.

Quindi fateci caso. Se canticchiate sto ritornello tutto il giorno allora chiedetevelo. Cosa state confessando a voi stessi? Il problema è che pure io la canticchio. Tutte le sante mattine. E non sarebbe un problema. Giuro. Niente di male. Se non fosse che ho cambiato le parole. Sì esatto. Provate anche voi.
Are we salmons or are we barmen?
Avete per caso una minima idea di che cazzo sto provando a far capire a me stesso??? Vi voglio bene.

Post più popolari