sabato 31 ottobre 2009

Quaranta Ladroni senza Babà 7 - Eh no i capelli di Agassi no!

Da suggerimento di un mio amico riporto la clamorosa rivelazione di Agassi: INDOSSAVO IL PARRUCCHINO!

Ma no cazzo. Era il mio mito sui campi da tennis col suo capello svolazzante, e invece lui, mentre io tifavo, rischiava di perdere tutto il fintume durante la finale del Roland Garros.

Nun ce posso crede, leggitela pure tu su rieducascionalciannel

Interludio 12 - Working in KL

La vita nei fine settimana malesi può risultare noiosa. Meno male che la postazione di lavoro è di tutto rispetto...come minimo dovrei scrivere qualcosa alla D.F. Wallace.





mercoledì 28 ottobre 2009

El Dindondero 11 - Tigrotti e Tigrotte Malesi

Le storie che leggerete di seguito sono vere. Raccontarle si prefigge lo scopo di dimostrare che a) lavorare fa male b) l'illusione di una scopata facile fa ancora più male.

Il Pusher come forse sapete, è un tipo che gira sempre armato del suo borsello. Incidentalmente, dentro, insieme a droghe di vario tipo ci tiene anche tutti i documenti di identità, le carte di credito e il contante. Uno previdente insomma.
Stamattina, lui e un suo collega, decidono di lavorare direttamente nella hall dello Shangri-la, che tanto ci sono i divanetti e le poltrone comode. Ma il tigrotto malese, uomo che all'abbisogna non si tira certo indietro dall'allungare la mano, adocchia il borsello lasciato incautamente fuori dal campo visivo del povero Pusher e se lo fotte allegramente.
Blocco delle carte e tutta la trafila. Verso le tre il tigrotto malese e di conseguenza il borsello scippato, vengono ritrovati dalla solerte sicurezza dell'albergo. Tutto è bene quel che finisce bene insomma, con l'eccezione di un devastante attacco di bruciore di stomaco per il Pusher.
Lavorare fa decisamente male, oh my folks.

A fine giornata Pusher alza il cellulare e mentre sta per telefonare viene raggiunto da una chiamata del Dindondero. Gli racconta la storia e il Dindondero gli risponde per le rime con la sua, accaduta all'Hilton di Kuching, sempre Malesia, qualche tempo fa. Il Dindondero si rilassa in un locale di dubbia moralità che sorge esattamente di fronte all'albergo. Tira qualche palla di biliardo che tanto è solo e non ha un cazzo da fare. La tipa, strafiga come poche, si avvicina e gli chiede di fare una partita. Che lei ama le stecche e le palle da mandare in buca, si sa. Giocano e lui la massacra, che El Dindondero a biliardo è veramente un santone. Lui la guarda, le passa accanto e le sussurra - ti ho fatto male, bella.
Lei si gira gli lecca l'orecchio e gli fa - portami in camera che ho voglia di farmi scopare da te, fammi male sul serio.
E a lui non gli pare vero, che questa ci stia senza manco dover usare uno dei suoi preziosi dindo-pizzini. E vanno in stanza, dove lei gli dice fatti una doccia che ti preparo un bel caffè forte.
E' venerdì. Lui lo beve. Lui si risveglia la domenica sera, senza ricordare quasi niente.
Nella camera da letto ci sono rimasti due boxer luridi, lo spazzolino da denti, quello del cesso e una cassaforte forzata aperta e tremendamente vuota. Dopo lunga trafila e con fatica riesce a rientrare a Roma, con i due boxer che promette di non lavare mai più per non dimenticare.
L'Hilton anche gli scrive poi per non farsi dimenticare, infatti gli comunicano la volontà di addebitargli il costo di riparazione della cassaforte. Simpatici.
Il profumo di una scopata facile nasconde delle insidie. Può rivelarsi velenoso. E può far male quindi.
Molto.

PS di questa mattina: El Dindondero si è dichiarato felice per non essersi risvegliato in una vasca immerso nel ghiaccio e con ancora tutti e due i reni all'interno del corpo. Il segno che ha sull'avambraccio fa pensare che gli abbiano fatto le analisi al volo. L'uso smodato quotidiano di ogni sorta di superalcolico pare che qualche volta salvi la vita.

lunedì 26 ottobre 2009

On the Road 23 - Pubs in Kuala Lumpur

Siccome sono vecchio non mi ricordo se ho già raccontato del pub dell'Holiday Inn e del gruppo deprimente che ivi si esibisce, ma credo di sì.
Dei geni della musica in confronto a quelli che ho visto stasera nell'analogo locale dello Shangri-la di Kuala Lumpur.

Una formazione di cinque, con sulle ali il chitarrista senza manico e senza voce e il tastierista monco. Al centro le tre asian-spice bellocce ma completamente a digiuno di voce e di ritmo. Sono rimasto in ipnosi a chiedermi PECCCCCHE' per buoni 25 minuti.

Alla mia sinistra un giapponese vestito come John Travolta con la febbre suina del sabato sera. A destra una signora ammiccante di 169 anni. Il bagno in versione Silent Hill. Mancavano Bud Spencer e Don Matteo con la pentola di fagioli e rutti annessi, magari eran nascosti e non li ho visti.

Due pub molto belli. Due gestioni di merda almeno nello scegliere i musicanti.
Il primo locale aveva però una cosa positiva in più rispetto a quello odierno.
Non c'era nessuno.

PS: dovevo parlare di cacca ma stasera ho avuto pietà di voi. E di me stesso probabilmente.

martedì 20 ottobre 2009

Vojo fa Outing 11 - Ma nooooo

Epporcocazzo si riparte di nuovo.
Emmannajjalamajala speravo almeno di fare na settimana a Roma no?
Per dindirindina.

lunedì 19 ottobre 2009

Trash 15 - El Risucchion

Sarà capitato anche a voi...tumpatatumpa tumpatatumpa.

Sono sicuro di non essere l'unico sfigato a cui è successo più e più volte.
Uno stronzo formato truciolato che mi bussa dall'interno dell'intestino per uscire, la corsa piena di attese vers il bagno, la liberazione con tanticchia di dolore.
Infine il plop e il sorrisone a trentadue denti.
Mi tiro su mi giro e mi volto per constatare il risultato di tanta fatica.
E non c'è. No non c'è, lo stronzo è sparito.
R i s u c c h i a t o.
Dove minchia sta? E senza tirare lo sciacquone?

Son cose a cui uno mica riesce a dare una spiegazione.
Son cose che fanno rimanere male.

Sparizioni di stronzi marroni fritti alla stazione Tiburtina.

domenica 18 ottobre 2009

On the Road 22 - Esalazioni

Sono sul taxi che mi porta dall’Holiday Inn di Kuala Lumpur all’aeroporto. Il KLIA, bellissima struttura nata per fare concorrenza agli hub di Bangkok e Singapore.
Osservo questa città in rapida espansione. Nuovi quartieri residenziali che nascono strappando terra alla foresta e alle piantagioni di palme.

Con un po’ di fortuna riesci a veder passare scimmie, farfalle di tutti i colori, serpenti più o meno pericolosi, qualcuno dice di aver visto anche i caimani.
Mi pare quasi di poter sentire gli odori della natura, se non fosse per il finestrino chiuso e l’aria condizionata modello vetta dell’Everest.

Gli odori sono diversi.
L’odore dell’erba umida.
L’odore delle palme.
L’odore del fumo della foresta che a volte brucia.
L’odore di fiori che vedo per la prima volta.
E poi un odore più noto. Acre.
Cazzo, l’autista ha scureggiato senza avvertire. Cazzo cazzo cazzo, non vale. Bastardo. Deve aver pure mangiato pesante. Aricazzo.
- Hey man heavy food ha?
- Ehm whalla yeah sorry, sir.
- Price discount man ok?
- Ok boss.

Almeno risparmio qualche euro.

mercoledì 7 ottobre 2009

TV & Cinema 10 - PapaRazzinger

E' oramai circa una settimana che iniziamo la giornata lavorativa con un rigorosissimo caffè all'italiana condito col video di LadyGaga. Noi la canzone la cantiamo senza sosta dall'inizio alla fine, essendo una celebrazione del pontefice ed essendo tutti credenti nell'animo.
Durante il ritornello mi immagino stormi di suorine che cantano con le mani levate al cielo, con indosso solo il velo, un filo di perle e un paio di giarrettiere. Tutto lindissimamente bianco.
"Papa-paparazzinger"...

Poi mentre il giorno avanza, commentiamo il video durante la pausa sigaretta. La parte in cui lei si muove sulle stampelle cercando di essere sexy mi mette sinceramente i brividi, è un qualcosa semplicemente di inguardabile.
Oltretutto LadyGaga, ogni due o tre secondi di riprese, pare che abbia bisogno di leccare qualcosa, o almeno almeno di mostrare la lingua camaleontico-retrattile alla telecamera.

Mentre la sigaretta spira le ultime braci, all'unisono e all'unanimità conveniamo tutti che una botta gli si darebbe volentieri. A LadyGaga, non a Paparazzinger...

martedì 6 ottobre 2009

On the Road 21 - Velo o Crocifisso?

Ho visto molte ma molte più donne indossare il velo (e anche qualcosa di più in parecchie occasioni) qua in Malesia che non in Turchia.
Il che, secondo il nostro immaginario italiano, credo stupisca non poco.

Ma soprattutto altro che tette, lo standard pare essere la donna tavola da surf.
Infatti sono anni luce più concentrato del solito.

Quaranta Ladroni senza Babà 6 - Sbiancanalmente

Si sa che arrivo sempre in ritardo.
Ma sta cosa di sbiancarsi il culo proprio me l'ero persa. Un must.
In effetti qualcuno mi aveva accennato il fenomeno, ma non riuscivo a capire a cosa potesse mai servire.

Poi ho visto un video piuttosto illuminante, oltre che comico.
La tipa ringraziando la sbiancatrice dice qualcosa che suona come un "verrò proprio bene nei film". Ecco appunto, non ci ero arrivato. A novanta gradi di fronte alla telecamera, allora tutto assume un'altra prospettiva.

Prima c'erano i santoni guaritori, ora le sbiancatrici anali.
Che poi la cosa preoccupante non è mica lo sbiancaggio, no no. Ma la ceretta che fanno prima, a) dovrebbero legarmi al lettino e mettermi una cinta in bocca e possibilmente anche chiamare l'esorcista e b) mi dispiacerebbe dover sfrattare tutti i piccoli Tarzan che popolano il mio popò.
Hai visto mai dovessero chiedermi i danni.

domenica 4 ottobre 2009

Quaranta Ladroni senza Babà 5 - Posto di Blocco

MastroLindo è un amico che è buono dentro. Oltretutto profuma e la cosa non è da poco. Comunque sta di fatto che quella volta fosse alla guida della sua Ford Ka verde pisello, di mattina. Aveva studiato per un bel numero di anni e quel giorno lì sarebbe stato il suo primo lavorativo, aveva trovato finalmente lavoro.
Sorrideva al volante del suo mezzo, sorrideva ascoltando un cd, aveva messo su Tracy Chapman, tanto per ricordarsi che le cose nel mondo possono sempre volgere al peggio.
Decise di tagliare per San Basilio visto che la Nomentana era, tanto per cambiare, una marmellata di carne e lamiere. Ad attenderlo c’era un posto di blocco della polizia, sventolio di paletta e rapido accostarsi sulla destra dell’auto.
Poliziotto alto - Salve, stiamo facendo dei controlli antidroga, può scendere dalla sua auto?
MastroLindo – E li fate alle 9 di mattina? Se proprio proprio uno lo spinello se lo fa di sera no?
Poliziotto alto – In effetti non ha tutti i torti, anche io la coca la pippo da notte. Ma sa, ordini dall’alto. Ora se non le dispiace potrebbe aprire il portabagagli di modo che la nostra unità cinefila possa fare il suo lavoro?
MastroLindo – Chi è il patito di cinema? Il cane immagino eh?
Poliziotto alto – Scusi?
MastroLindo – Niente, lasciam perdere. Ma quello lì col suo collega non è mica un chihuhahua?!?
Poliziotto basso – Esattamente. E’ un progetto sperimentale. Se vanno bene pensiamo di utilizzarli anche come cani da tartufo. Le presento Tyr, altro che Rex.
MastroLindo – Ad esser sinceri Tyr ha uno sguardo sofferente. Comunque la macchina è tutta vostra. Controllate pure.
Poliziotto basso – Grazie. Vai Tyr, vai. Annusa.
Tyr – Sniffete sniffete…
Poliziotto basso – Ha puntato qualcosa. Cosa c’è in quella sacca? Coca? Ero? Erba?
MastroLindo – No, ci sono 3 paia di calzini che stanno lì da almeno tre mesi. Puzzano da morire.
Tyr – Bleahhhh. Bubleahhhh. Strabubleahhhh. 
MastroLindo  – Cazzo, Tyr mi ha vomitato nella macchina!
Poliziotto basso – Accidenti, deve esser stato l’hamburger del McDonalds. Beh, comunque lei è pulito. Può andare.
MastroLindo – Ma… 
Poliziotto alto – Circolare circolare. Che per colpa sua Tyr ha anche vomitato. Vada vada.

Nella sua infinita bontà MastroLindo diede loro due alcaselz, allontanandosi poi verso l’ufficio.

venerdì 2 ottobre 2009

On The Road 20 - Sandokan e la Toilette

Non è tanto per il fatto che quando ti dicono dai andiamo a farci una birra al karaoke in realtà ti stanno invitando a un puttantour.
Nemmeno per il toporatto che zampettava allegro a non più di quattro metri dal nostro tavolo, d’altronde mi è capitato anche a Piazza Trilussa.
Oppure per il tizio che suonava la chitarra e che aveva un piatto di noodles al posto dei capelli, il che forse spiega come mai il numero dei componenti del gruppo superasse di gran lunga quello degli astanti.

No per niente. La cosa che mi ha lasciato un po’ perplesso è stato il bagno. Ero lì che svuotavo il tubo e guardavo il punto dove una volta mi è capitato di vedere il cartello della toilette che si autopulisce. E c’era l’immagine di un piede che si avventura nel cesso, con sopra una grossa X rossa.
Vietato lavarsi i piedi dentro la tazza.
Mentre mi chiedevo se, normalmente, chi contravviene a tale editto se li lava tirando lo sciacquone, mi è caduto (plop…) l’occhio sul bordo bianco del risucchiastronzi. E c’erano.
Sì sì, senza ombra di dubbio.
C’erano delle orme di scarpe. Proprio lì sul bordo, cazzo.

Orme di scarpe rosse e tracce di pomodoro fritto al bagno della fermata del treno malese.

Post più popolari