mercoledì 23 gennaio 2008

Sangue e Merda e Non Va Mica Bene

Okay ci sono. Più o meno sono vivo. Cioè insomma respiro mangio urino con una certa normalità. Ho ancora i capelli e la cosa mi sorprende. Soprattutto perché l’esperto in pelate che consultai ai bei tempi – avevo tipo ventidue anni e i capelli fino al culo – mi gelò il sangue sentenziando che mi sarebbe caduto tutto, probabilmente anche il pisello, prima di raggiungere i trenta. Fottiti.

Sono vivo dicevo e mi conforta la profonda convinzione che la Turchia mi ama dal profondo.
L’ho capito subito appena salito sull’aereo che mi avrebbe riportato da queste parti. La simpatica hostess, zoccola che non sei altro, mi aveva riservato un posto da re. Di quelli centrali. Con alla sinistra una specie di armadio Ikea montato male e con una panza degna di uno Spaghetti Western. E alla destra una cariatide in fin di vita che sputazzava bacilli anche da sotto le ascelle. Non contento della simpatica sistemazione logistica il Dio di qualcuno non certo il mio ha fatto sì che ballassimo la rumba per circa venti minuti prima dell’atterraggio. Ma cazzo, possibile che gli aeroporti li costruiscono sempre nei posti più sfigati e meno adatti a svolgere la loro funzione? Qui hanno pensato bene di metterlo in un bel vallone dove a) o c’è la nebbia che i milanesi se la sognano o b) c’è un vento che sconsiglia l’uso di qualsiasi parrucchino o c) ti ritrovi con una metrata di neve mentre in città vanno in giro coi bermuda oppure ancora d) si concretizzano i casi a, b e c tutti insieme. In compenso un aeroporto di merda come Malpensa siamo riusciti a costruirlo solamente noi. Ha i colori che si usavano negli ospedali anni settanta, probabilmente materiale di riciclo. Fateci caso e poi mi dite.

Tornando a noi, anzi a me per la precisione, ammetto candidamente che la prima settimana qua mi sono letteralmente smontato pezzo per pezzo tipo Playmobil. Probabilmente l’odio per il mio lavoro e la nausea che mi provoca hanno fatto sì che il mio fisico preferisse alzare bandiera bianca.

Ha cominciato con simpatico mal di testa e pesantezza di gambe, per continuare con in brevissima sequenza raffreddore di quelli che pensi prima o poi di perdere il naso, tosse catarrosa con espettoramento di pezzi di polmone rigorosamente fumo di Londra, febbre da cavallo con relativo ricorso alle lattine del frigobar da mettere sulla fronte nel tentativo di non avere le solite visioni. Da bambino pare che già a 38 cominciassi a parlare strane lingue. E guardate che non è facile far stare in equilibrio una lattina sulla testa. E poi la ciliegina sulla torta. Un cazzo di mal di denti di quelli che rimani sveglio fino alle 7 del mattino in preda a crisi di pianto e a pensieri autolesionisti del tipo ora me lo strappo via da solo. Di quelli che ti addormenti per quindici minuti e che ti risvegli sperando che il dolore sia dovuto a un energumeno che sta abusando del tuo sacro posteriore. E allora ti rivolgi a un sorridente turk-dentista. Che ti dice – ah sei italiano? – e nel frattempo triplica l’onorario. E alla fine sentenzia che hai un’infezione che ti sta risalendo su per il naso e che se non vuoi che ti arrivi al cervello e te lo bruci hai da toglierti un dente. E giù con antidolorifici e antibiotici. Tanto c’è il Santo che è il nostro farmacista di fiducia.

E poi ti arriva una telefonata che ti fa capire quanto sei stronzo a lamentarti come un ragazzino piagnucoloso. Una telefonata da una di quelle persone che si meritano il tuo perenne rispetto. Una merda di telefonata che ti dice che un collega a cui volevi un bene dell’anima – e come non volergliene? – non c’è più. E ripensi a quando in una calda notte a Mestre ti aveva portato in un baretto di un paio di amici suoi a scroccare una mezza litrata di birra e due fette di cocomero. E a raccontare cazzate in rigoroso dialetto. In veneto loro. In romanaccio noi. Io mi ti ricordo così Zio Pì.

Stasera niente colonna sonora. Mettete voi quello che vi piace di più.

2 commenti:

AngoloNero ha detto...

Ehi, ma questo post fa piangere... :_(

Anonimo ha detto...

Gran pezzo..
*RIP

...

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