lunedì 23 marzo 2009

On the Road 5 – Business Class

Generalmente viaggiare mi snerva. La trasferta è come un ospite. Dopo 10 giorni puzza. E se la doccia non è delle più confortevoli allora vai all'unisono con lei. E puzzi.

Però ogni tanto qualche sensazione buona ce l'hai. A me capita di solito nelle business lounge. Non so. Mi sento molto pappone al pensiero di sedermi bello comodo mentre la normale plebe smadonna in giro per il terminal. Il modesto ritrovo della Qatar Airways di Doha fa il suo porco effetto. Edificio dedicato per i simpatici viaggiatori di elite. Il check-in lo si fa comodamente seduti in poltrona. Tutti ti sorridono tanto da metterti in imbarazzo e farti toccare continuamente il naso in cerca di caccole sfuggite al controllo di qualità. La lounge è spaziale. Enorme, accogliente. I bagni ti fanno venire voglia di avere lo squaquarellone così tanto per provarli, con al loro interno quadri alle pareti, oli profumati. E' un high tech che mi si addice. Che mi fa stare bene.

E poi c'è il buffet. Cioè voglio dire la volta che viaggiate in business da Fiumicino entrate e controllate la lounge. Vi va di culo se vi propongono un paio di tramezzini scaduti e un caffè modello carburatore della Cinquecento. Qua invece si contano ravioli ai quattro formaggi, hummus, verdure varie, salmone salmonificato, kebab kebabizzato e una vastissima scelta di liquori con i quali stordirvi fino a farvi del male.

E poi la frutta secca. E il mio preferito, il dattero. Apparentemente dei normali datteri. Li osservo, ci flirto un po', ne prendo un numero limitato depositandoli nell'apposito piattino. Apparentemente dei normali datteri. Afferro il primo lo assaggio delicatamente con la punta della lingua poi lo azzanno. Apparentemente un normale dattero. Lo mastico ed è delizioso. Esterno leggermente caramellato e crocchiante, interno morbido e dolce. Prelibato. Apparentemente un normale dattero per giunta ottimo. Apparentemente. Comincio a digerirlo e mi viene in mente di sputazzarne il nocciolo. E sorpresa delle sorprese. Cos'è? Ho inghiottito il nocciolo forse? Ne provo immediatamente un secondo, mi pare un'ottima scusa che va d'accordo con la mia coscienza sporca. Apparentemente anche lui un normale dattero. Ma privo di nocciolo. Osservo gli altri ancora addormentati nel piattino. Li interrogo mentalmente. Li osservo da vicino. Nessun segno di manipolazione. Eppure all'interno sono privi del nocciolo. Apparentemente un normale dattero. In realtà un bel mistero.

Vero che il dattero ha sempre acceso nella mia mente malata più di un dubbio. Vero anche però che li ho sempre dipanati. Come mai per esempio il dattero all'esterno è leggermente appiccicoso, diciamo parecchio, nonostante appaia sotto lo strato di melassa come un frutto secco? Ma a domande di questo tipo ho già risposto da tempo. Il cammello. Cioè mi spiego. Il tizio che tira giù i datteri ha il problema di doverli trasportare. Essendo secchi quando prova a prenderne tanti allora gli scivolano via dalle mani, insomma trattarli non è semplice. Nei tempi antichi si pensò a una soluzione geniale. Rendiamo appiccicoso il dattero così da semplificarne il trasporto. E come te lo rendo appiccicoso? Detto sopra. Il cammello. Prendi il dattero ancora tutto secco e lo schiaffi in bocca al cammello per 10 secondi. Una leccatona e presto fatto. Insomma questo tipo di dubbi sono di facile soluzione. Ma l'assenza del nocciolo?

Apparentemente una cosa da poco. Apparentemente. Eppure sono tre nottti che non ci dormo.

Nessun commento:

Post più popolari