domenica 22 marzo 2009

On the Road 4 – Hard Rain

Insomma ci sta che uno abbia ogni tanto una giornata storta no? Ecco a me capita un sacco spesso. Un sacco spessissimo si potrebbe dire. E si potrebbe dire che risulto essere indigesto. E isterico. Si potrebbe dire. Se poi ti rendi conto che in questo posto non piove mai e che c'è sempre foschia allora si potrebbe dire che sono anche giustificato nelle mie esternazioni caratteriali poco amabili.

Si potrebbe dire certo.

Ma potrei anche lasciarvi senza parole. Confidandovi che ieri notte ha piovuto. Cristo. La terza pioggia negli ultimi sei mesi e ho avuto l'onore di assistervi. Praticamente è andata così. Sento due e tre urletti eccitatissimi provenienti da non so dove e accompagnati da versi di animali assolutamente sconosciuti. In preda all'euforia chiedo a un inserviente che sta cambiando una lampadina se per caso di grazia mi sa indicare il motivo di siffatta confusione. Il fenomeno nel tentativo di rispondermi si fulmina e rimane attaccato al lampadario. Lo lascio lì ancora vivo, per poco, e seguo una ventina di giapponesi armati di Nikon e ombrello. Mi assale il dubbio che stia piovendo.

E in effetti è così. Per terra si intravedono cinque o sei macchiette scure per metro quadro. Allargo le braccia, mi apro finalmente in un sorrisone al mondo e guardo verso l'alto aspettando che l'acqua sempre più abbondante mi copra il viso. E mi ritrovo coperto da gocce di sabbia. Incredulo mi guardo intorno con gli occhi foderati di deserto umido. Gli altri mi rimandano uno sguardo del tipo beh che ti aspettavi un nubifragio.

Li odio e non glielo nascondo. Me ne vado a letto. E mi rode il culo.
Si potrebbe dire. Anzi no. Senza condizionale.

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