sabato 24 novembre 2007

Sangue e Merda e Oggi è Venerdì

Puttana la miseria Oggi è Venerdì. Uno di quei Venerdì.

Lo capisci immediatamente. Nel momento stesso in cui la sveglia del cellulare bippa e te, per liberarti di quel suono, lo frulli dall’altra parte della stanza e centri la bottiglia di birra semipiena che avevi lasciato sul comodino prima di addormentarti. Cazzo, e uno.

Lo percepisci anche quando l’altro comodino, il gemello bastardo, decide di colpirti con un uppercut al sopracciglio sinistro mentre tenti di agguantare le ciabatte che quella stronza delle pulizie ha nascosto manco fosse tua madre. Oggi è Venerdì. Cazzo, e due.

Lo subodori poi sempre più chiaramente quando sotto la doccia il tuo piede scivola, nel tentativo di fare tuo uno di quegli asciugamani di carta vetrata, e rischi di sodomizzarti atterrando col fondoschiena sul rubinetto della vasca. Cazzo, e tre.

Lo intuisci quando di fronte allo specchio cerchi di valutare i danni che hai riportato e ti rendi conto con disgusto che a 35 anni, sì a 35 anni suonati, le tue chiappe si stanno ammosciando. E che forse hai bisogno di un economico intervento di Nip and Tuck. Cazzo, e quattro.

Lo respiri nitidamente salendo sull’ascensore nell’istante in cui, dopo aver caricato tre energumeni le cui ascelle non conoscono la parola acqua, viene a mancare la corrente. Per trenta lunghi lunghi lunghissimi minuti. Sembra proprio che Oggi sia Venerdì. E cinque, cazzo.

Lo cogli, umido direi, mentre stai guidando sotto il Diluvio Universale e decidi di gettare dal finestrino la sigaretta. E un nanosecondo dopo un fottuto camionista entra sparato col suo fottutissimo camion dentro una fottutissima pozza d’acqua. E vieni investito da tre tonnellate di fango. Cazzo direi, no? E sei.

Lo assapori delicatamente a pranzo. Che il tuo panino lo hai chiesto col pollo e senza senza senza cipolla. E allora perché te l’hanno farcito riempito e colmato di quell’orrendo vegetale rosso manco fossimo in Russia? Non lo so. Non lo so proprio cazzo. E sette.

Ti colpisce di nuovo, ma questa volta alle gambe anzi al ginocchio sinistro per la precisione, quando in preda a un’ira funesta ti alzi per andare a frullare nel cesso quello schifo che stai mangiando e proprio non ti accorgi dello spigolo del tavolo che ti tende un agguato. Cristo che male, cazzo. E otto.

Ti assorda fino al silenzio la sera. Perchè gli amici, che Dio li abbia in gloria, decidono di portarti in una discoteca fichissima che non puoi capire quanto è trendy. Techno trendy. Tum Tum Tum e ancora Tam Tam Tam. E comprendi cosa voglia dire sentirsi soli, solissimi, in mezzo a tremila persone di cui non te ne può fregare di meno. Anzi, di cui non ti frega veramente un cazzo. E nove.

Lo vedi poi in tutta la sua chiarezza a fine nottata. Quando ti ritrovi a vagare in cerca dell’albergo per quaranta chilometri in mezzo a una nebbia che nemmeno in Val Padana. Manco con l’accetta s’affetta, altro che col coltello. E le uniche parole che ti accompagnano sono quelle del Santo che ripete non si vede un cazzo stasera. No, non si vede proprio un cazzo. E dieci.

Oggi è Venerdì.
Se volete cercare di scaricare la vostra rabbia, ve lo dico subito. Non c’è modo. Non c’è verso. Non c’è speranza. Ma per alleviare il rodimento provate con Linkin Park e Jay Z, chissà che non ci riusciate. Numb è per tutti noi.

Oggi è Venerdì. Cazzo.

2 commenti:

Bab ha detto...

bello cazzo

e 11

NikkoHell ha detto...

mi toccherà prendere spunto cazzo
e 12

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