lunedì 19 novembre 2007

Sangue e Merda e Il C.C.

Prima di proseguire verso Amasra facciamo un ritorno al presente. Che altrimenti c’è rischio che vi perdiate. Se non vi siete già persi. Io lo faccio spesso. Mi perdo mi ritrovo mi perdo mi ritrovo. Come Pollicino vi lascio questi pezzi di pane perchè ci sta che un giorno non mi ritrovo più. E allora se c’è un cazzo di amico tra di voi, no dico se c’è un fottutissimo cane a cui interesso, spero che quel giorno si faccia vivo e mi venga a recuperare.

Sappiate che il primo posto in cui cercare è Il Centro Commerciale, il C.C. Dovete capire che il buon trasfertista dopo un paio di mesi di lavori forzati va in caccia di un qualcosa che somigli seppur lontanamente a una casa. Già perché l’hotel ti fa sentire veramente un alieno. Una merda per non allontanarci troppo dal tema intestinale. E allora muovendosi almeno in coppia comincia la ricerca di un ritrovo fisso. Dove poter trovare cibo, lavanderia, gnocca, vestiti, barbiere, prodotti per la toilette. Un posto dove non ti bagni. Dove fumare. Dove pisciare. Dove guardare la televisione su un LCD 60” nella vetrina di un negozio. Dove farti adottare dalla signora della profumeria del primo piano. Quella che ogni tanto ti presta il barboncino per portarlo a spasso. Dove ricomprarti un orecchino che se no ti senti vecchio. Dove vedere gente e sentirti parte di una comunità. Dove prenderti un espresso con panna sorseggiato seduto mentre inventi storie sulla vita dei passanti.

Questi due per esempio sono una coppia allo sbando. Lei vestita di viola lui di verde sembrano un plaid cazzo. Quest’altro è un maniaco del lavoro. Non lo vedi che evita tutte le righe delle mattonelle per terra? Passi piccoli veloci sincopati. Questa è lesbica. Perché? E’ l’unica che non ci ha guardato cristo. Quindi è lesbica. Il ragazzino col pantalone bagnato viene picchiato tutti i santissimi giorni dal padre. No, non l’ho capito dalla macchia sulla patta. Ma è mezz’ora che mima di uccidere il genitore a coltellate. Gli ho regalato un mini modello funzionante di motosega. E tutta la collezione di Doom. La violenza genera violenza. Alimentiamola.

Qui a Ankara se mi dovete trovare cominciate dall’Ankamall. Ordinate un Cafè de Paris al Fortuna Bistro. No non è un mocaccino. E’ un tocco di carne con una salsetta giallina deliziosa. Il nome fa cagare ma la sostanza c’è tutta. Giuro. Ti ci mettono pure le patate tagliate a mano. Ma solo se flirtate col cameriere omosessuale. Che poi non è malaccio. Lo sto convincendo che in realtà è un etero represso. E che a quarant’anni comincerà a fottere diciottenni disperate. E’ in crisi.

Insomma nel weekend qualcuno di noi ce lo trovate di sicuro. Si parte alla volta del C.C. il sabato alle 14.00 in preda a crampi da fame. Dopo aver percorso ogni sacro piano del C.C. verso le 22.00 si procede all’individuazione del letto più comodo per passare la notte. Nascondendosi sotto il piumone di un matrimoniale in esposizione si riesce a passare inosservati. Provare per credere. La domenica mattina all’apertura cazziate la povera commessa urlando eccheccazzo ci avete chiuso dentro ma chi v’ha dato la patente? Come minimo si becca una colazione gratis. A volte il cellulare della tipa se riuscite a colpire nel suo animo di mamma che si è persa i cuccioli.

Voi non ci credete. Ma ci sono altri che vivono là dentro. Aguzzate bene la vista. Noi abbiamo contato sette coppie vestite come il giorno prima e col cartellino del prezzo del letto ancora appeso al collo. Tre o quattro voyeur. E trentadue trasfertisti di vario genere.

Dio come amo questo surrogato di casa. Come amo sentirmi coccolato. E poi ogni tanto in mezzo ai sempreverdi discorsi sulla patonza, depilata o no verticale o orizzontale, ogni tanto escono anche frasi da incidere sul TinPU – il Taccuino in Pelle Umana.
Santo – Cazzo Push. Tra lavoro e Jin qua non abbiamo nemmeno il tempo di andare al cesso. Ti credo che poi ci viene lo scacazzo. Almeno non perdi minuti preziosi sulla tazza cercando di partorire...

Ti amo C.C. Ti amo per le perle di saggezza che suggerisci, tu Cyrano de Ankamall, alle nostre luride orecchie. Ti amo per l’immagine del Santo e di Push che, mano nella mano cuffiette Ipod condivise e cappuccio della felpa tirato su, varcano l’uscita G verso il parcheggio. E si allontanano, mentre alle loro spalle le luci si spengono, al ritmo di Invincible dei Muse.

Il lunedì non fa più paura.
Ti amo ancora C.C.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Spettacolo...cappuccio della felpa tirato su...

Anonimo ha detto...

Da fan della tirabouchon mi è mancato in questo riassunto, devo però dire che il Santo mi regala sempre emozioni :)

w la merda, meglio se fatta senza dolore e tanta passione :)

buahauhauha

www.ranuzzi.com/blog il blogghetto che sarà ultimato graficamente entro domani :)

NikkoHell ha detto...

Elegante come scelta cromatica :)

Mauro ha detto...

confesso che sta volta m'è scappata la lacrima sull'Ankaramall e sui suoi 800 piani tutti uguali e con gli stessi negozi !!! si plaude anche il cambio in banca, la bancarella di dolci turchi ed il negozio di giocattoli... e daje !!!!

NikkoHell ha detto...

Beh l'ultima scoperta è stata del pusher e del santo. Crown cafè o cafè crown con bibitozzo caffè cioccolato e panna sopra. sei litri si sbobba. grande...

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