sabato 12 dicembre 2009

Riflexio 15- Amletici Dubbi

Mi concedo la solita visita settimanale al Centro Commerciale. Rigorosamente da solo che se uno si vuole deprimere allora è bene farlo sul serio e fino in fondo. Vado per prendere d’assalto Fnac, che oggi c’è la giornata del socio, o del sorcio non ho mai ben capito. Quella giornata lì in cui possono entrare solo quelli che hanno la tessera, ossia tutti, che tanto se non ce l’hai te la sfornano lì per lì, calda calda.
Ne esco appesantito di buste stracolme di libri e alleggerito nel portafoglio.

Mi fermo a mangiare un pezzo di pizza mozzarella e salsiccia con un foglietto sopra che spiega le ragioni per cui la salsiccia è in sciopero e dunque non è rintracciabile in alcun modo sulla pizza di cui sopra. Accompagno il tutto con un bel kebab innaffiato da una bevanda che spacciano per coca cola.
Vengo colpito e investito da tre dubbi esistenziali mentre mi strafogo al tavolo impietosendo i passanti. Leggendo capirete che sono assolutamente interlacciati tra di loro anche se ancora non ho ben capito come. Ma andiamo con ordine.

Uno) Pare che ormai puoi scrivere un noir solamente se hai il cognome che finisce per -ansson o -arsson, sì insomma se sei uno scrittore scandinavo. Cazzo. Fino a tre anni fa si contavano sulle dita di una mano. Ora ci sono solo loro. Ho la vaga impressione che, in particolare in Svezia, ci siano più scrittori noir che abitanti. Prima lo scandinavo si suicidava, e a ragione dico io vista la coercizione a cibarsi soltanto di salmone aringhe e birra, ora invece scrive noir. L’altra moda poi è la storia del passaparola. Fa figo oramai. Appena leggi “successo” e “passaparola” subito acquisti il libro. Diffidate. Firmino per me è e rimane una cagata pazzesca che ci hanno spacciato per capolavoro.

Due) Mi rendo conto che il tizio che mi ha servito il kebab indossa dei guanti bianchi da chirurgo. O da esperto di fisting, fate vobis. Ma sarà igienica sta cosa? Mi spiego. Quello i guanti li porta minimo minimo da questa mattina, ci si è sicuro sicuro scaccolato un paio di volte e, dipendentemente dalla sua odierna vena creativa, ci sta che ci sia anche andato al bagno dandosi pure una bella ravanata. E allora a che servono sti cazzo di guanti? Che minchia combinano dietro la porta della cucina? Ne deduco che il guanto è una carineria che il tipo usa alla cameriera quando la ispeziona analmente per benino. Il kebab mi sembra decisamente più delizioso. Più saporito direi.

Tre) Ma quella tipa lì. Si quella lì che si è messa lo stivale, con le calze spesse e il vestitino attillato e decisamente corto. Ma dico io, si è messa le mutande sopra le calze? E‘ dieci minuti che cerca di sistemarsi l’elastico. Giuro. Ha il perizoma sotto il vestito ma sopra le calze. Per forza. Oppure le calze hanno il perizoma incorporato. E comunque mi distraggo che come detto ieri oramai Polifemo pare disinteressato alla topa che lo circonda.

Chiedo la marca dei guanti al tipo del kebab e mi avvio a casa.

6 commenti:

john ha detto...

bellissima lanota sugliscrittori scandinavi :)

Kylie ha detto...

Il problema è che mangiano il pesce con lo zucchero, in scandinavia.

Il centro commerciale è sempre un posto infernale...

Baci

Gian Maria Turi ha detto...

Non fa una piega: plastic fantastic!
I centri commerciali hanno senz'altro una loro letteratura (che in parte condividono con le Coop), una loro idea speciale di igiene e nuove razze che si stanno evolvendo in modi insoliti. Il 2012, grazie a Dio, è alle porte... Ciao!

Nessuno ha detto...

La 2 la so! A fine serata quanto saranno belle pulite le mani del tipo, quando si leva i guanti? Eh? Se non è igiene questa... ;oP

Mea ha detto...

Ahahha mi piacciono sempre queste riflessioni all'apparenza insensate che fai XD

Federico Distefano ha detto...

Sai che alla cosa dei guanti non ci avevo mai pensato?
E' inquietante.
Uno di quei dubbi subdoli che non mi abbandoneranno mai più, un po' come tutti quei grassetti delle merendine e schifezzuole varie che mi piacciono tanto...
O__O
Ciao e buona giornata!
:)

P.S.= Preferisco nettamente i giochi di ruolo ma non ho mai detto di no ad una bella partita di un gioco da tavolo.

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