Mi rendo conto di avere degli amici veramente speciali. Prendi ad esempio Lucrezio, Qekue e la piccola Cristofora, che conoscendo la mia passione per i libri e resisi conto che nell’ultimo periodo non faccio altro che parlare di merda, han pensato bene di regalarmi un libercolo dal titolo “La cacca. Storia naturale dell’Innominabile” di Davies Nicola (ma guarda il caso...).
La veste grafica è di ottima fattura, la copertina infatti si presenta di un colore diarrea semi-solida sì che è un piacere soppesarlo tra le mani e scorrerne le pagine.
I contenuti poi risultano decisamente più interessanti di quel che uno potrebbe immaginare di primo acchito, ci sono perle di saggezza applicabili tranquillamente alla nostra personale storia di tutti i giorni.
Frullando le pagine, così a cazzo come piace tanto fare a me con i libri - il che spiega come mai mi vanto di leggerne un trecento l’anno - in effetti li sfoglio rapidamente e butto l’occhio dove capita tracannando solo le parole che il caso e la fortuna decidono di donarmi, ecco in questo modo qua mi è capitato di imparare qualcosa di nuovo.
E’ la storia dell’importazione dello scarafaggio stercoraro, d’ora in poi rinominato lo Scarrararo, in quel continente dove la gente cammina a testa in giù e l’acqua sparisce negli scarichi dei lavandini creando vortici che girano al contrario. L’Australia insomma.
Ecco in quel posto lì a un certo punto della storia del mondo l’uomo decise di importare il bovino europeo. Se non sapete a cosa mi stia riferendo, alzate il mento un momento dal vostro pc e ruotate la testa di 90 gradi, il collega che si scaccola lì vicino a voi ne è un ottimo esempio. Il bovino europeo è noto per le sue carni saporite ma anche perché produce letteralmente montagne di merda, a chi non è capitato di finire con un piede nella cacca, modello pozza, di una mucca e perdervici la scarpa? A me, ve lo dico, è successo due volte.
La cosa simpatica ora sta nel fatto che lo Scarrararo australiano non aveva mai nemmeno lontanamente visto la cacca di bovino europeo sicché la snobbava rifiutandosi di produrre le sue solite pallette di escrementi e di rotolarle via da qualche altra parte. Gli allevatori locali si ritrovarono quindi con tonnellate di merda, che persistevano lì dove i simpatici bovini europei avevan deciso di mollarle, e furono invasi da nuvoloni di mosche banchettanti.
Joe Toilette a quei tempi era un appassionato di fauna, in particolare di insetti vari e farfalle. In realtà a lui fregava un cazzo delle farfalle ma aveva capito che con quelle si scopava un bel po’ visto che le donne sembravano apprezzare le sue collezioni.
Per due motivi sarebbe stato sacrosanto assegnare il premio Nobel a Joe Toilette, primo per questa cosa delle collezioni di farfalle e poi perché si rese conto che l’esemplare di Scarrararo che aveva preso in Europa risultava diverso da quello australiano, probabilmente per il buco nell’ozono, vallo a sapere. Si fece allora mandare una decina di Scarrarari dal vecchio continente, cinque esemplari maschi e cinque femmine, e si mise a studiare il diverso comportamento tra quelli che indossavano gli zoccoli - i 10 provenivano infatti dai Paesi Bassi - e quelli che portavano il cappello di Mr. Crocodile Dundee. Questi ultimi come detto schifavano la cacca di bovino, mentre gli olandesi ci sguazzavano dentro facendola sparire in un battibaleno.
Suggerì quindi al governatore di quei tempi di importare una quintalata di Scarrarari europei in terra australiana, risolvendo brillantemente il problema della puzza e delle mosche che affliggeva gli australiani, i quali oltretutto erano oramai costretti ad andare in giro scalzi per paura di perdere le scarpe. Gli allevatori lo portarono in trionfo e gli dedicarono il nome della latrina pubblica, che da quel giorno chiamaron tutti Toilette.
Siccome io cerco sempre degli insegnamenti in quel che leggo, per migliorare il mio e l’altrui presente, è da quando ho letto queste pagine che mi sto portando in ufficio un paio di Scarrarari al giorno, lasciandoli poi liberi di pascolare.
Ho la speranza che facciano sparire i troppi stronzi che aleggiano da quelle parti.
Chissà. Io sono un sognatore.
Avvertenze per i lettori - siamo nella merda quindi vi prego muovetevi poco... non fate l'onda
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Post più popolari
-
Allora dico che stasera avevo intenzione di scrivere un po'. Poi mi sono reso conto che erano almeno un cinque giorni che vivevo senza i...
-
Strano. Ero sicuro di aver continuato a scrivere e a partecipare alla bloggopalla. Strano davvero. E ora che ci penso in effetti l'ho...
-
Ne ho sempre sofferto. Brufoli. Sul viso con moderazione e fino all'adolescenza. Però ne ho alcuni che sono storici tanto che mi ci sono...
-
Intanto inizio col dire che non ho capito che minchia ho fatto ma ho cambiato il layout del blog e ora non ci capisco più una mazza. A vede...
-
Nella lounge spettacolosa della Qatar Airways , sulla via del ritorno, mi sono dedicato a diverse attività. La prima quella di ingurgitarmi ...
-
Sono un trasfertista. Odio aerei e alberghi. Immancabilmente e qualsiasi rito metto in pratica, salgo su un jet saluto grugnendo l’hostess...
-
Ero deciso a scrivere qualcosa di un certo tipo. Poi mi sono messo a fare due chiacchiere con una vecchia compagna di scuola, il che mi ha p...
-
Come vado dicendo da un po', i commenti producono effetti non prevedibili e a volte decisamente simpatici. Scherzando e ridendo con ...
-
Per tanto tempo ho scritto su pezzettini di carta, che a volte perdevo, a volte volontariamente lasciavo in giro. Pensando che qualcun...
-
Essendo oggi domenica non potevo non fare un salto nel luogo di culto del terzo millennio. Il centro commerciale. Gira che ti rigira mi è ve...
3 commenti:
ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!
sei un mito!!!!
Una soluzione pratcissima, ad un problema vero, se non altro...
XD
Davvero due volte in quella di mucca?
Ma che storia affascinante v.v
Riuscissi anch io a trarre pezzi di libro sensati quando leggo a muzzo...
Comunque la parte finale è da applausi XD
Posta un commento