martedì 8 gennaio 2008

Sangue e Merda e Il Rimpatrio

Colonna sonora odierna: Closer di Joshua Radin (che RADIN ci sta tutto, non è vero cari colleghi? Mi scusino i non addetti ai lavori…)

Tra un cazzeggio e l’altro arriva sempre il momento del ritorno a casa. Non fosse altro che molti di noi sono arrivati ormai prossimi ai limiti concessi dalle turk-leggi in materia di soggiorno in Anatolia. A me la doganiera ha tirato uno sguardo bovino chiedendomi di trovarle il timbro di ingresso. Con la massima calma, mi ero preparato per bene in albergo, le ho mostrato tronfio quel che cercava (no, non mi riferisco allo stuzzicadenti che vive nelle mie mutande, maligni…). Lei mi ha tirato uno sguardo allarmato, ha cacciato da sotto il bancone un pallottoliere e dopo sei minuti di conta che ti riconta ha deciso che ero ancora in regola. Il che non mi ha assolto però da un’accurata ispezione anale senza lubrificante. Che belle sensazioni. Venite venite, forza venite gente!

Da bravo gregge stile nipponico ci siamo ritrovati tutti in aeroporto. Con Guru in testa armato di ombrellino aziendale a guidare le pecorelle smarrite.
La sorpresa l’abbiamo avuta una volta superati brillantemente, in soli quarantotto minuti, i controlli al metal detector.
Trottola – Ahò regà ma quello nun è Jin?
Santo – Ma dove? Dove?
Trottola – Quello là tutto nudo che se sta a rivestì…Jiiiiiiiin sei tu?
Jin – Ragazzi! Dio come sono felice di rivedervi, vi ho tutti nel cuore, veramente!
Pusher – Minchia guardate quant’è grosso il Duty Freeeeeeeee
Coro – Jin chittesencula!!! Assalto al Duty, carica!

In quaranta minuti di shopping selvaggio il risultato è stato il fondamentale acquisto di dodici pacchi di caramelle, diciotto stecche di sigarette varie, una palla di quelle che le capovolgi e scende la neve con una raffigurazione del Partenone dentro (!), due torce a energia solare (qualcuno mi aiuti a capire…ma le torce non le si usa al buio? Vabbè mi sfugge qualcosa come sempre), quindici litri di liquori vari che non arriveranno mai a destinazione, tre numeri di cellulare di altrettante commesse, un barbagianni imbalsamato, un pastore maremmano vero che Guru si è rotto le palle di farci da guardiano, l’ultima introvabile riproduzione del Tango che tanto amavamo calciare da bambini e otto scopettoni per giocare a curling. Come birillone che si lancia abbiamo invece optato per Jin. E’ stato divertente picchiarlo selvaggiamente. Tra una scopettata e l’altra ci ha spiegato che i suoi rapitori gli hanno concesso il ritorno a casa per le festività natalizie. Gli ha però dovuto lasciare in pegno quanto di più caro ha. Cioè il suo set di dodici perizoma, in particolare quello tigrato testimone di una delle sue poche esperienze sessuali. Al ritorno dovrà presentarsi e riconsegnarsi volontariamente ai suoi carcerieri pena l’incenerimento dei preziosi capi. La cosa toccante è che sembra aver gradito le mazzate profuse dai suoi cari carissimi amici-colleghi.

Comunque dopo un volo in tutta tranquillità durante il quale abbiamo russato tutti senza ritegno, siamo atterrati in quel di Monaco di Baviera. Dove come sempre succede abbiamo incontrato altri dodici gruppi di colleghi trasfertisti provenienti dai paesi più disparati. E’ una specie di rito. In qualunque aeroporto del mondo ci si trova abbiamo sempre la certezza di trovare qualche altro sfigato come noi. Con il quale, manco a dirlo, parlare di argomenti nuovi. C’è bisogno che ve lo dica? Su su, tutti insieme. Gridiamolo al mondo. Sangue e Merda.
O magari Merda e basta.

Immaginatevi questo gruppone di loschi figuri mentre la cinepresa scarrella verso l’alto. Sempre più in alto. Sempre più su. E loro sempre più piccoli e sempre più vicini. Fino a poche ore prima a anni luce di distanza. Ora vicini vicini. Pronti al rimpatrio.

Che romaticone. Riascoltatevi Closer.

2 commenti:

AngoloNero ha detto...

Il link a Joshua Radin è sbagliato...

NikkoHell ha detto...

Azz hai ragione e non sono l'unico ad aver scazzato...
non l'ho mica trovato il sito...vabbè ho tolto il link...

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