Per dare uno sguardo alla prima parte vai di qua
Era una bella serata di ottobre, decisamente calda per gli standard di Ankara in quel periodo dell’anno. Piazzammo la macchina al solito posto, un parcheggio a pagamento ricavato in un lotto di terra dove stranamente non si sono mai materializzate le fatidiche quattro mura di un palazzo. Con appena cinque minuti di sgranchimento di gambe accompagnati da un paio di ammiccatine lungo la via principale, ci ritrovammo di fronte all’ingresso del ristorante I Tre Frocetti che, come al solito, era gremito tipo l’Olimpico il giorno del derby. La passione smisurata dei proprietari verso il nostro gruppo di stalloni italiani ha fatto sempre in modo che, nella mischia, riuscissimo a ottenere un microtavolo con delle sedie intorno e soprattutto in una posizione decisamente “tattica”. Avevo promesso di spiegarvi il perchè del nome, sebbene non credo sia poi troppo difficile arrivarci da soli, se quella che vi ritrovate poggiata sul collo è una testa e non uno scroto gigante. Comunque, a) il vero nome di quel cazzo di ristorante è letteralmente impronunciabile b) i tre proprietari non hanno mai nascosto la loro propensione omosessuale, dal che la decisione di soprannominarlo in quel modo. Avevano le idee chiare, i tre, e nella loro strana composizione corporea direi che fossero, nell’insieme, assortiti bene. Li chiamavamo Er Nana, Er Botte e Occhiappalla. Er Nana era sempre vestito in maniera impeccabile, rigorosamente con lo stesso identico modello di gessato grigio. Immaginatevelo lì all’ingresso, o seduto in cassa, con un pettine da gangster nella tasca della giacca pronto a risistemarsi all’occorrenza lo scalpo impomatato. Aggiungeteci anche una mano un po’ molle, a volte sudaticcia, e un saluto col bacio che sterzava, all’ultimo, sempre e rigorosamente verso l’angolo delle labbra. Per di più, innamorato follemente di uno di noi.
Pusher – Dai Ketchup, fagli i soliti occhi dolci o qua col cazzo che ci mettiamo seduti
Ketchup – Ma porca troia, ma sempre a me tocca sta storia?
Milf – Mica è colpa nostra se si è invaghito di te. Dai che ti ha appena visto, guarda con che sorriso sta arrivando
Ketchup – Già. Guarda invece con che stronzi di amici vado in giro, io.
Er Nana ci raggiunse. E aggiunse anche una toccatina agli addominali del Ketchup condita con un bacio sospirato dalle parti dell’orecchio destro. Con la mano sinistra ci indicò con eleganza, non senza prima essersi fatto presentare i due nuovi picciotti, il nostro tavolo materializzatosi misteriosamente dalle parti del centro sala dove, in trepidante attesa, Er Botte e Occhiappalla saltellavano nervosamente da un piede all’altro. Descriverli mi risulta decisamente facile. Prendete South Park, il cartone, e date un’occhiata a Cartman e Stan. Er Botte pareva sputato il gemello di Cartman, al quale dovete aggiungere l’inseparabile mini cravatta di trenta centimentri senza la quale non l’ho mai visto intrattenere i clienti. L’ho sempre odiato quel cravattino da bravo bambino e infatti probabilmente per questo, e per quello strano fenomeno di azione e contro reazione, Er Botte aveva occhi solo e soltanto per il sottoscritto. Occhiappalla, invece, disegnatevelo in mente come la fotocopia di Stan condito però con degli occhi che sembravano lì lì per esplodere da un momento all’altro e una livrea bianca e immacolata che riusciva a rimanere tale, inspiegabilmente, per tutta la serata. Ah dimenticavo. Occhiappalla aveva puntato Milf fin dalla prima volta in cui avevamo messo piede in quel posto e, non appena lo rivedeva, il suo equilibrio corporeo sembrava risentirne al punto tale da subire un improvviso aumento della pressione interna, tanto che gli occhi tendevano a effettuare uno strano movimento, un po’ come quegli occhiali a molla da clown per cui andavo matto da ragazzino. Spero li abbiate presenti. Ti veniva l’istinto di chinarti pronto a raccogliere uno dei bulbi oculari schizzati via dalla loro sede.
Ci sedemmo, noi accompagnati dagli occhi appassionati degli osti e la sala investita dai nostri cinque sguardi-scanner-in-cerca-di-gnocca. Ne avvistammo un gruppetto in un angolo, discretamente brutte.
Milf – Stasera qua non c’è trippa per cazzi ragazzi
El Dindondero – A me quelle quattro lì in fondo non mi dispiacciono mica
Durdurunuz – Dindondè, tu una volta ti sei ingroppato pure un palo della luce, non fai testo cazzo
Milf – Magari dopo qualche chilo di pesce e qualche ettolitro di raki le cose potrebbero assumere un aspetto diverso...
Ordinammo le prime cinque raki per antipasto. Insieme con un piatto di insalata, dei calamari fritti e due belle porzioni di gamberi e funghi cotti dentro una specie di coccio. Se mai doveste decidere di farveli portare ricordatevi, mi raccomando, che il coccio è bollente. Ne so qualcosa, credetemi.
Avvertenze per i lettori - siamo nella merda quindi vi prego muovetevi poco... non fate l'onda
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4 commenti:
Nikko, non ricordo... Ma è il tuo compleanno oggi?
...Sembra un posto molto...come dire...CUL!
XD
Ciao!
sì il 4 agosto!
Mi ricordavoooo...
Auguri!!!
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